Il giocattolo si e’ rotto. Definitivamente. L’Atalanta vince (3-1) passeggiando al San Paolo. Il Napoli e’ fermo, non ha piu’ un briciolo di energia in corpo, non c’e’ piu’ con la testa. Black out totale. Gli azzurri non entrano mai in partita e rischiano di subire una lezione ancora piu’ dura dall’Atalanta. La partita finisce con la squadra subissata dai fischi dei tifosi, ma c’e’ poco da fischiare: il Napoli si e’ sciolto, non ha piu’ la forza di lottare. La partita la fa sempre l’Atalanta che e’, al contrario del Napoli, in condizioni fisiche scintillanti.

Gli uomini di Colantuono non consentono quasi mai agli avversari di arrivare nella loro area di rigore. I nerazzurri, inoltre, proprio per il notevole divario atletico hanno quasi sempre il sopravvento negli scontri uno contro uno. Nel Napoli la prestazione di alcuni giocatori e’ imbarazzante: Gargano, Hamsik, Grava e Dossena sono del tutto fuori dalla partita. Lavezzi e’ l’unico che tenta di caricarsi sulle spalle la squadra, ma e’ un’impresa titanica, impossibile da realizzare. Oltre al Pocho, l’unico che riesce a non sfigurare e’ Fernandez che, nel ruolo di centrale di destra, offre una prestazione convincente. Mazzarri, nel tentativo di sfruttare le poche forze fresche di cui dispone, schiera Grava al posto di Aronica e sposta Campagnaro sulla sinistra. A centrocampo, inoltre, Dzemaili, meno sfruttato nel corso della logorante stagione, prende il posto di Inler. Colantuono si affida al tradizionale 4-4-2 con la linea dei centrocampisti molto reattiva e capace di fare da barriera si limiti della propria area di rigore, quando il Napoli si presenta in attacco, e di sostenere con prontezza e velocita’ l’azione offensiva quando si offre l’occasione per le ripartenze. L’Atalanta va subito in vantaggio ma il Napoli riesce a reagire ed a recuperare il risultato con Lavezzi. E’ soltanto un fuoco di paglia, pero’. Nella ripresa si vede tutta la differenza tra le due squadre in campo. L’Atalanta attacca con spietata lucidita’ e mette a nudo tutte le pecche degli azzurri. I due gol con i quali i bergamaschi chiudono l’incontro non sono casuali ma arrivano a coronare una superiorita’ tattica ed atletica indiscutibile. Gli ultimi venti minuti sono uno strazio per la squadra di casa, che imboccherebbe volentieri la scaletta del sottopassaggio, se fosse possibile. A completare l’opera ci si mette anche l’arbitro Giannoccaro che espelle Pandev per una normale spinta ad un avversario a centrocampo. Una decisione che, come se non bastassero i problemi che ha Mazzarri, costringeranno l’allenatore a privarsi della punta nella prossima gara a Lecce. Insomma il Napoli cede le armi proprio nel giorno in cui, con una vittoria, avrebbe potuto riaprire in pieno il discorso della qualificazione alla Champions League del prossimo anno. Ora a Mazzarri ed ai suoi uomini non rimane che tentare di ritrovare un po’ di energie fisiche e mentali per arrivare in condizioni decenti alla finale di Coppa Italia. Il campionato, ormai, e’ andato.

 

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