Impietosa, cinica, perfettamente guidata da Stefano Pioli che nella ripresa, al momento giusto, indovina tutti i cambi (soprattutto quello di Lulic che gioca in tutto 27 minuti e decide il match), la Lazio sbanca il San Paolo e conquista la finale di Coppa Italia che la opporrà alla Juventus. I biancocelesti sono un rullo compressore inarrestabile: fra campionato e coppa sono all’ottava vittoria in nove partite (l’unico pareggio è quello con il Napoli all’Olimpico proprio nella gara di Coppa Italia). Per il Napoli e soprattutto per Rafa Benitez ci sono solo i fischi prolungati ed impietosi del pubblico del San Paolo, stanco di soffrire e deluso per il perdurare della clamorosa crisi di gioco e di risultati della squadra. La partita dura soltanto 45 minuti perché il primo tempo è come se le squadre avessero deciso di non giocarlo. Il Napoli a trazione anteriore schierato da Benitez, che mette in campo contemporaneamente Gabbiadini, Hamsik e Mertens, trova le solite difficoltà ad avvicinarsi alla porta avversaria. Per tutto il primo tempo gli azzurri girano intorno alla difesa della Lazio, sperando negli esiti positivi di uno scambio stretto in area di rigore o di una imbucata risolutiva. Ma non succede nulla, se non un palo colpito da Gabbiadini intorno alla mezz’ora su punizione calciata dalla distanza. Sul fronte opposto la Lazio cerca soprattutto di sfruttare la gran quantità di palloni persi dal centrocampo avversario, una vera e propria specialità dei padroni di casa. L’imprecisione nei passaggi, soprattutto di Gargano, ma anche di Inler ed in diverse circostanze dei difensori che non sempre sono accurati nei disimpegni, lanciano con rapidi capovolgimenti di fronte i laziali verso la porta di Andujar. Ma anche gli attaccanti di Pioli sono approssimativi nell’ultimo passaggio e dunque anche la difesa azzurra non corre mai eccessivi pericoli. Lo schieramento decisamente offensivo del Napoli con consente a Basta e Braafheld di sorreggere sulle fasce laterali, con la loro spinta, il centrocampo laziale. Inevitabilmente anche Anderson e Candreva vengono così risucchiati verso il centrocampo e l’assistenza a Klose finisce per forza di cose per diventare poco continua. Nella ripresa Pioli sposta Anderson sulla fascia destra e gli chiede di spingersi più avanti e fa anche entrare Mauri al posto di Cataldi e soprattutto Lulic per Candreva, nel tentativo di sbloccare la gara. L’atteggiamento più spregiudicato degli ospiti cambia la dinamica del gioco. Il Napoli soprattutto sulla fascia destra si crea qualche opportunità. Gli azzurri vanno vicini al gol con Mertens, con Higuain che, solo davanti a Berisha, si allunga il pallone e si fa anticipare dal portiere, ed anche con De Guzman che conclude debolmente da ottima posizione tra le braccia dell’estremo difensore. La Lazio risponde con un colpo di testa ravvicinato di Lulic respinto da Andujar. Nell’ultimo quarto d’ora di gioco la gara si fa più nervosa anche perché a quel punto un gol potrebbe risultare decisivo. E’ a questo punto che Lulic si scatena. Prima si fa trovare solo davanti alla porta e devia in porta un rasoterra di Emerson e poi, durante il disperato forcing degli azzurri, devia in calcio d’angolo una conclusione di Insigne, a conclusione di una travolgente azione del ragazzo di Frattamaggiore, entrato in campo da pochi minuti. Ma il destino del Napoli è ormai segnato. E così è la Lazio a festeggiare a fine gara, mentre i giocatori azzurri vengono subissati di fischi. (