Ventidue giugno 2008. Una data che in qualche modo ha cambiato il calcio italiano, ma soprattutto quello spagnolo. All’Ernst Happel Stadion di Vienna si trovano di fronteazzurri e ‘furie rosse’: la spuntano loro, gli iberici, ma soltanto ai calci di rigore e soffrendo a tratti il gioco dell’Italia di Donadoni. Ecco, anche la storia dell’ex ct poteva essere diversa se De Rossi e Di Natale non si fossero fatti ipnotizzare da Casillas. E invece all’attuale tecnico del Parma fu dato il benservito, sulla panchina azzurra torno’ Marcello Lippi, il ct campione del mondo, ma la sua Nazionale naufrago’ miseramente ai Mondiali del Sudafrica.
In quella serata del 22 giugno, invece, la Spagna si riscopri’ grande, finalmente vincente. La squadra allora di Aragones aveva fatto fuori i campioni del mondo, anche se soltanto ai calci di rigore. Un successo che diede sicurezza a Xavi e compagni che si riscoprirono finalmente grandi e concreti, non solo belli. La Spagna vinse quell’Europeo, fini’ anche l’avventura del “vecchio” Luis, al suo posto Vicente Del Bosque che sfrutto’ ed esalto’ il lavoro del suo predecessore, vincendo anche il Mondiale del 2010. Il ciclo da dominatrice della Spagna e’ ancora in corso, oggi le ‘furie rosse’ scenderanno in campo per difendere il titolo, ma di fronte si troveranno gli azzurri. In campo, in quel 22 giugno del 2008, c’erano Buffon, Chiellini, De Rossi, Cassano e Di Natale, non giocarono Barzagli (infortunato) e Pirlo (squalificato). Loro avranno un motivo in piu’ per vincere una partita che cambio’ la storia di due delle grandi potenze calcistiche europee. Il cammino delle due squadre verso la finale di oggi, e’ partito lo scorso 10 giugno, a Danzica. Fini’ 1-1, apri’ le marcature Di Natale, pareggio’ subito dopo Fabregas, ma in quella partita per un’ora gli azzurri furono superiori, soffrendo, e anche tanto, negli ultimi 30′. Poi la marcia e’ proseguita e adesso, dopo aver vinto una partita a testa ai rigori, le Nazionali di Prandelli e Del Bosque si ritrovano di nuovo di fronte. Si gioca a Kiev (arbitra il portoghese Proenca) e al 4-3-3 della Spagna, Prandelli rispondera’ con il 4-3-1-2, modulo messo da parte nelle prime due partite (3-5-2) per poi tornare ad essere il punto di riferimento di una squadra che ama giocare, tenere la palla e fare la partita, proprio come fanno gli attuali campioni in carica che per il ct di Orzinuovi sono sempre stati un modello da seguire. Prandelli dovrebbe confermare lo stesso 11 schierato contro la Germania. L’unico dubbio riguarda il terzino destro. Contro i tedeschi c’era Balzaretti perche’ Maggio era squalificato e Abate non al meglio. Adesso sono tutti a disposizione, ma il mancino del Palermo potrebbe spuntarla dopo l’ottima prestazione contro i “panzer”, anche se gli altri due sono destri naturali. Per il resto nessun dubbio, difesa juventina: Buffon tra i pali, Chiellini a sinistra con Bonucci e Barzagli in difesa. A centrocampo Pirlo vertice basso, De Rossi e Marchisio gli interni, Montolivo a chiudere il rombo. In attacco la coppia Balotelli-Cassano. ‘SuperMario’ e’ carico a mille dopo la doppietta contro la Germania, “Fantantonio” ieri in allenamento ha dimostrato di stare bene e di aver superato il lieve trauma distorsivo al ginocchio destro. A Kiev, anche questa volta, i tifosi azzurri saranno in minoranza: 4-5mila contro gli 8-10mila spagnoli. Poi l’Olimpico verra’ riempito da sostenitori provenienti da tutto il mondo. Dodicimila saranno gli ucraini, ma se nella gara dei quarti contro l’Inghilterra i locali tifarono Italia, questa volta potrebbero dividersi perche’ la Spagna ha comunque grande seguito e molti estimatori da queste parti. Affollata la tribuna autorita’, se prima si evitava l’Ucraina per “dribblare” l’imbarazzo di dover affrontare il caso Timoshenko, be’ la finale ha avuto l’effetto di annullare qualsiasi perplessita’. E cosi’, oltre al presidente e al segretario del Coni. Gianni Petrucci e Raffaele Pagnozzi (sempre vicini agli azzurri), ci saranno anche il premier Mario Monti e il ministro dello sport Piero Gnudi (presente a Danzica per il debutto e a Varsavia per la semifinale). La Spagna sara’ rappresentata dal premier Mariano Rajoy e dal principe Felipe. Non ci sara’ il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ma con il cuore sara’ a Kiev. Il capo dello Stato e’ stato sempre un grande sostenitore degli azzurri, creando con Prandelli e capitan Buffon un rapporto forte, di grande stima e amicizia. Domani la Nazionale sara’ al Quirinale, comunque vada. Napolitano sul carro degli azzurri (e non su quello dei vincitori) c’e’ sempre stato. “Sono stato felice di essere accanto a voi a Danzica, quando si trattava di superare la prima prova – ha scritto il Presidente nella lettera inviata ieri a Prandelli – di smentire facili pessimismi, di dimostrare che “la squadra c’era”, che gli azzurri ancora una volta si sarebbero fatti onore in nome dell’Italia. Vi accogliero’ in Quirinale con grande piacere al vostro ritorno a Roma lunedi’”. Gli azzurristasera giocheranno anche per lui.