Mi sono iniettato l’eritropoietina a meta’ luglio dopo averla acquistata nel settembre del 2011 in Turchia, non avevo il coraggio di dirlo a nessuno, nemmeno alla mia fidanzata Carolina. Mi vergogno, mi scuso, ho sbagliato”. La conferenza stampa di Alex Schwazer dura quasi un’ora nelle sale dell’hotel Sheraton Four Points di Bolzano. Una conferenza stampa straziante, dai mille volti dove inizialmente Alex non ha mai alzato gli occhi, parlava della sua vita da marciatore, raccontava le sue disavventure, il perche’ e come si e’ procurato l’Epo per “farsi” (come ha detto lui), accusava, ammetteva. La maglietta nera faceva da contrasto a quel volto che s’arrossava bagnato spesso dalle lacrime di disperazione, come di un bambino che sa di aver fatto la marachella e adesso e’ tutto finito.
“Ho rovinato tutto quello che ho fatto, lo so, ma so anche mi sono liberato e adesso spero di poter fare un vita normale. Avevo la nausea di marciare”, uno dei passaggi piu’ toccanti di questo mezzogiorno di fuoco per Alex Schwazer ma anche per tutto lo sport italiano. “Ringrazio tutti voi che siete venuti qui, sinceramente non avrei mai pensato di fare una conferenza stampa per me e per una positivita’ all’antidoping. Capitemi per me non e’ tanto facile”. Sono state queste le prime parole del marciatore altoatesino trovato positivo all’Epo e allontanato dalla spedizione azzurra ai Giochi di Londra accompagnato in conferenza dall’avvocato Gerhard Brandstaetter e dalla sua agente Giulia Mancini. “Vi racconto il mio grande errore, cerco di essere sincero e corretto con voi tutti. Prima vi dico che ho sbagliato – premette Schwazer -. Nel 2010 non sono stato bene dopo l’Europeo di Barcellona, non sentivo piu’ emozioni, volevo smettere. A fine 2011, dopo un anno travagliato, le decisioni fatte non sono state piu’ lucide. Avevo aspettative forti e cosi’ sono caduto. Mi sono fatto da solo, posso solo ripetermi di aver commesso un grande errore. Io ho deciso di non dirlo a nessuno, dal mio allenatore alla mia famiglia compresa la mia fidanzata. Era una cosa mia”. Alla domando su come ha acquistato l’Epo e’ stato categorico.”Mi sono informato su internet, su internet ormai si trova tutto – ha proseguito il marciatore con tono secco e deciso -. Sono andato in Turchia da solo, tre giorni nel settembre del 2011. Ero ad Antalya. Considerando che in Turchia non servono ricette ho portato con me i 1500 euro, frutto dei miei pochi soldi, li ho cambiati sono andato in farmacia e ho preso l’Epo. Tutto da solo”. Schwazer ha poi parlato delle sue ultime settimane, quelle piu’ difficili, quelle dell’imbroglio.
“Premetto, in un anno si possono saltare due controlli antidoping, io li ho fatti tutti. Il 13 luglio ho avuto un controllo, tutto ok poi ho iniziato a iniettarmi l’Epo. Mi alzavo alle 2, 3, 5 del mattino perche’ sapevo cosa sarebbe capitato con un controllo antidoping. Dicevo alla mia fidanzata (la pattinatrice Carolina Kostner, ndr) di non aprire a nessuno. Il 29 luglio, l’ultima iniezione poi sono andato a casa perche’ era il compleanno di mia madre. Il 30 ero a casa, non in Germania, quando e’ arrivato l’ultimo controllo. Come facevo a dire a mia madre di non aprire la porta? Adesso mi sono liberato, sono contento perche’ forse torno ad una vita normale”. Alla domanda sulla volonta’ del Cio di riverificare le sue analisi di Pechino 2008 l’atleta ha spiegato:”Dico che lo faccia, spero tutto venga nuovamente analizzato. Avevo un valore di emoglobina di 12,9, come un anemico”. E sul suo rapporto con Carolina ha precisato:”Voglio dire che Carolina mi e’ stata vicina. Non era facile per me nascondere tutte quelle cose. Quando in frigo ha visto quelle scatole le ho detto che era vitamina B12 e non Epo – rivela Schwazer -. La mia vergogna era talmente grande che ho detto a Carolina la mia positivita’ quando la notizia e’ arrivata da Londra”. Schwarez ha poi precisato il suo rapporto con il dottor Ferrari.”Nel 2009 ho avuto il primo contatto con Ferrari e in totale 5-6. Parlavamo solo di consigli tecnici per gli allenamenti, ci siamo vedi al parcheggio dell’autostrada di Verona Nord. Non l’ho piu’ sentito dall’inizio 2011 quando sono venuto a sapere i problemi che ha avuto con i ciclisti. Lui non e’ mai venuto con me ai raduni”.E adesso che cosa si aspetta? “Io voglio tutta la pena che mi merito, io non voglio tornare piu’. Per me la cosa piu’ importante era liberarmi. Voglio tornare alla mia vita. Il mio sogno e’ tornare a casa, avere la fidanzata la sera e non vedere i miei genitori due volte l’anno. Non mi e’ mai piaciuto essere osannato quando vincevo”. Schwazer ha fatto sapere che domani andra’ a Bologna dove, alla caserma della sezione atletica leggera del Centro Sportivo, consegnera’ pistola e tesserino personale. Il sipario su Alex Schwazer sembra essere definitivamente calato.