Il risultato non conta, l’onore sì e anche parecchio. Giovanni Trapattoni ha messo in guardia così l’Italia di Prandelli che domani sfida la sua Irlanda. Alla vigilia del match, tuttavia, il decano degli allenatori di Euro 2012, ha solo un piccolo turbamento: la sfida decisiva fra le sue due patrie calcistiche

(l’Italia e l’Irlanda dove è un eroe nazionale) se la sarebbe evitata volentieri. A maggior ragione per l’incognita ‘biscotto’, lui che ancora deve digerire quello del 2004 quando la sua nazionale venne eliminata dal 2-2 fra Svezia e Danimarca. “Dopo queste due sconfitte – ha detto il ct irlandese – in cui abbiamo preso gol nei primi minuti, ora è fondamentale tornare in campo con l’atteggiamento giusto che abbiamo avuto durante il girone di qualificazione. Dobbiamo tornare in campo con la giusta concentrazione ed evitare di prendere gol a freddo: contro l’Italia giocheremo per il nostro onore e per l’onore della nazione, che ci ha appoggiato durante tutto il torneo: abbiamo il dovere di fare il nostro meglio, non vogliamo andare a casa con un’altra sconfitta”. L’onore dell’Irlanda sì, rivalse personali nei confronti dell’Italia assolutamente no. “Non ne ho ragione – ha detto – ho ottenuto tanti risultati. Non sono tornato per mia volontà perché ho avuto richieste anche per squadre importanti, il mio tempo in Italia, dove si vuole tutto e subito, è passato”. Tante parole di stima per il suo ex giocatore Cesare Prandelli ed una paterna, metaforica pacca sulla spalla per la sensazione che sta vivendo, consapevole che il suo destino potrebbe essere deciso dal risultato sfavorevole di un’altra partita. Proprio come avvenne al Trap nel 2004. “Gli organi competenti – ha detto a proposito dell’ipotesi biscotto – presteranno più attenzione, i dubbi per quell’episodio sono sempre rimasti, ma è molto difficile che possa ripetersi quella situazione, non credo davvero che possa avvenire. Noi italiani siamo un po’ maestri nel tendere a pensare male, anche perche abbiamo una certa nomea, ma anche negli altri paesi l’erba è sempre dello stesso colore…”. A Prandelli, quindi, tanti complimenti ma nessun consiglio, perché la buona regola è sempre quella che non si mette il naso in casa d’altri. “Balotelli? E’ sempre la stessa competizione – assicura il Trap – fra un talento che difficilmente tifosi e media vorrebbero vedere fuori dal campo e ciò di cui il gruppo ha bisogno. Ho avuto questi problemi in tante situazioni, ma solo Prandelli sa valutare all’interno del gruppo quale sia la migliore decisione. Conoscendolo, credo che quella che prenderà sarà la più saggia”. Il Trap peraltro non fa nemmeno pretattica. Domani – ha annunciato – schiererà gli stessi undici giocatori che hanno perso contro la Spagna: è anche un gesto di orgoglio per rispondere a chi, in patria lo ha criticato. In particolare l’ex ct irlandese, ex capitano del Manchester, Roy Keane. “Grande giocatore – ha detto, alternando inglese ed italiano – ma come allenatore non ha mai vinto un cazzo. Perché, Roy, perché?”. L’altro Keane, la stella della squadra Robbie, domani sera cederà la fascia di captano a Damien Duff, un regalo per le sue cento presenze in nazionale. “Duff non è solo un campione – ha detto il Trap – ma un modello di comportamento per le future generazioni”.

 

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