Un ghanese di 26 anni è stato arrestato questa mattina su ordine del Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per i reati di devastazione e saccheggio in relazione ai fatti accaduti il 13 luglio scorso a Pescopagano, località del litorale casertano ricadente nei territori dei Comuni di Mondragone e Castel Volturno. Fu il ferimento di due immigrati ivoriani da parte di un italiano a scatenare la rivolta degli stranieri che bruciarono quattro auto dando fuoco a un’abitazione in cui vivevano i familiari del responsabile. Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri della Compagnia di Mondragone e dai poliziotti del Commissariato di Castel Volturno che hanno realizzato le indagini con il coordinamento della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Il ghenese è stato riconosciuto dal cappellino rosso che indossava la sera della devastazioni di Pescopagano. A scatenare la violenta reazione degli stranieri fu il ferimento a colpi di pistola di due ivoriani da parte del 21enne Cesare Cipriani, che li accusò di aver rubato una bombola in un’abitazione. Il giovane è stato arrestato, così come il padre Pasquale, che è stato poi scarcerato. Nel corso dei disordini gli stranieri incendiarono quattro auto e diedero fuoco all’abitazione della famiglia Cipriani, mentre era in casa una minore, che fu aggredita e riuscì a fuggire grazie all’intervento di un altro immigrato. Secondo gli inquirenti, Amoako, che abita a pochi metri dalla casa dei Cipriani, fu tra più esagitati durante la rivolta, lanciò pietre e devastò ciò che gli capitava a tiro usando una spranga di metallo ed entrò anche nell’abitazione della famiglia italiana. A riconoscerlo nelle fotografie scattate la sera stessa dalle forze dell’ordine sono stati i residenti italiani ma anche alcuni immigrati. Per i fatti di Pescopagano sono finiti sul registro degli indagati anche i responsabili della Cooperativa la Custodia, per cui lavoravano Pasquale e Cesare Cipriani; una società che avrebbe dovuto svolgere servizio di portierato a pagamento presso alcune abitazioni della località ma che in realtà, hanno scoperto gli inquirenti, svolge attività di vigilanza in modo illecito, non avendo alcuna autorizzazione prefettizia. In particolare risultano indagati i fratelli del 60enne Pasquale Cipriani, ovvero Gianfranco, marito dell’ex vicesindaco di Mondragone Anna Barbato (dimessasi dopo i fatti di Pescopagano, ndr), Lorenzo, in carcere per associazione di stampo camorristico, e il figlio di quest’ultimo Luciano.
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