La misura è colma. Angelo Brancaccio non accetta più altre perdite di tempo “pretestuose e poco chiare”. E vuole, come disposto dal Riesame e dal Gip di Santa Maria Capua Vetere, la restituzione degli atti originali del Puc da parte dei carabinieri di Orta di Atella, guidati dal maresciallo Felice De Nicola. Finora i militari dell’Arma ortesi hanno sempre risposto picche alle richieste dei tecnici comunali adducendo motivazioni non sempre convergenti. E ora per il primo cittadino il tempo dell’attesa è finito. Ha deciso di chiamare in causa l’autorità giudiziaria e i vertici campani e provinciali dei carabinieri per denunciare quella che è considerata una grave omissioni dei responsabili della locale caserma. Brancaccio ha depositato oggi un esposto alla Procura di Santa Maria C.V., all’attenzione del pm Dongiacomo, alla Legione dei carabinieri di Napoli, al Comando provinciale dei carabinieri di Caserta, alla Compagnia dei carabinieri di Marcianise e alla caserma di Orta di Atella. Brancaccio ha ricostruito le tappe giudiziarie che hanno portato prima al sequestro probatorio e poi al quasi immediato dissequestro (grazie alle contromosse dell’avvocato Mario Griffo) del Piano urbanistico. Il sindaco ha posto l’accento “sull’azione di spettacolare evidenza mediatica connotata dalla irruzione dei CC all’interno della sala consiliare del Comune di Orta di Atella (lo scorso 8 luglio, ndr) nel mentre erano in corso le procedure per la chiusura del consiglio comunale alla presenza di numerosi cittadini in particolare di bambini”.
E ha sottolineato nell’esposto che “il Tribunale del Riesame di S. Maria C.V., con decisione del 29/7/2014, disponeva il dissequestro dell’originale del PUC, previa estrazione di copia da parte della Procura procedente, disponendo la immediata esecuzione della statuizione adottata; identico provvedimento – si legge nella “denuncia” del sindaco – veniva adottato dal GIP del Tribunale di S. Maria C.V., dr.ssa Salvatore, con provvedimento del 4/8/2014, adottato in ragione della menzionata opposizione ex art. 263 cpp; anche di tale decisione veniva sollecitata la immediata esecuzione da parte della A.G. procedente”. Ma finora il Comune non è ancora in possesso degli atti originali. Come mai? Il primo cittadino lo spiega in modo chiaro: “Di tale omissione si è chiesto più volte conto agli operatori di PG procedenti (CC di Orta di Atella) i quali, in un primo momento, hanno rappresentato come gli originai del PUC fossero nella disponibilità del consulente tecnico incaricato, prof. Alberto Coppola, momentaneamente in ferie; in secondo momento (in data 12/8/2014) hanno esplicitato la assenza del maresciallo titolare, poiché in ferie, e la difficoltà dei sostituti di poter sovrintendere all’imposto adempimento” (come ha comunicato a Brancaccio il responsabile delle Politiche del territorio, l’ingegner Claudio Valentino, dopo l’ennesimo viaggio a vuoto in caserma, ndr).
Insomma, per il sindaco è palase l’atteggiamento “ostruzionistico” di carabinieri di Orta di Atella. “Si evidenzia – si legge in un passo dell’esposto – come la omissione di che trattasi costituisca circostanza particolarmente incresciosa data la tempestiva esecutività conferita ai provvedimenti di dissequestro in menzione”. Poi un’accusa pesante come un macigno: “D’altro canto, essa sta determinando lo stallo della attività amministrativa oltre a fondarsi, come detto, su asseriti impedimenti decisamente pretestuosi, oltre che inspiegabili e poco chiari”. Da qui la richiesta di Brancaccio di immediata restituzione del Puc e l’annuncio di “vagliare la integrazione di possibili profili di responsabilità ai sensi dell’art. 328 cp”. Reato che si configura quando un pubblico ufficiale indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che deve essere compiuto senza ritardo. La violazione prevede la reclusione da sei mesi a due anni.
La controffensiva di Brancaccio è durissima. Ma lui stesso, sollecitato da Campania Notizie, dichiara che “non si tratta nella maniera più assoluta di un segnale di sfida o sfiducia nei confronti dell’autorità giudiziaria o dell’Arma dei carabinieri”. “Ho sempre confidato, e continuerò a farlo, nella giustizia e nutro profondo rispetto nei confronti di servitori dello Stato come i carabinieri – afferma il sindaco – ma non ho digerito, sul piano personale e istituzionale, l’irruzione, in stile film polizieschi anni ’70, che i carabinieri di Orta di Atella hanno effettuato al termine del consiglio comunale dell’8 luglio. Sembrava che avessero scoperto una bisca clandestina – conclude Brancaccio con rammarico – mentre i consiglieri non stavano facendo altro che occuparsi di questioni amministrative importanti per il futuro dei cittadini ortesi. Per quanto riguarda la vicenda della mancata restituzione del Puc, credo che tutto si sarebbe risolto con un “normale” rapporto istituzionale tra la caserma locale e gli amministratori. Sarebbe bastato anche un semplice scambio di telefonate, ma tutto ciò non è avvenuto, non certo per colpa mia”.
Mario De Michele