Leggo con sconcerto su diversi siti web la versione ufficiale riguardo alla morte “per complicazioni successive ad un intervento chirurgico cardiaco del viceparroco della parrocchia Santa Maria delle Grazie di Santa Maria Capua Vetere del frate Alessandro Parrella”. Mi corre l’obbligo di fare due precisazioni ritengo molto utili per i mezzi di informazione. Il padre Alessandro Parrella dopo aver conseguito la licenza in teologia presso l’Antonianum di Roma conseguì la laurea in Lettere Moderne presso l’Università del Sacro Cuore a Milano. Dopo di ciò si dedicò all’insegnamento in numerosi licei della provincia di Napoli da Torre Annunziata a Sorrento, da Afragola a Napoli dove insegnò per molti anni al Liceo Classico “Umberto I”. Tenne contemporaneamente affollatissimi corsi presso gli istituti di scienze religiose di Capua e Piedimonte Matese. Letterato finissimo e coltissimo visse sempre la minorità francescana in grande povertà personale e dando testimonianza di modestia e umiltà. Questo è quanto gli amici e generazioni di studenti sperimentarono conoscendolo. Un autentico intellettuale e maestro di libertà che ispirò il proprio insegnamento alla scuola di Lorenzo Milani di cui era profondo conoscitore. La seconda precisazione è più grave e la rivolgo all’Assessore Regionale alla Sanità, al Direttore generale della ASL di Caserta e alla Magistratura. Il professor Parrella avvertì un malore lunedì 4 agosto alle ore 14 e fu trasportato al pronto soccorso dell’Ospedale Melorio di S.Maria C.V. dal quale fu dimesso dopo appena tre ore, dico tre ore, con diagnosi di esofagite e con terapia adeguata a tale assurda diagnosi e senza che fosse trattenuto per altri e ripetuti accertamenti o in osservazione pur dichiarando di avere dolori insistenti al torace.
Il martedì i dolori si ripresentarono sempre più insistenti fino a diventare insopportabili nella notte di mercoledì 6 agosto. Il 7 agosto mattina fu chiamato il medico di base il quale da illustre scienziato ribadì la diagnosi di esofagite prescrivendo altri farmaci per questa inesistente causa del malore. Nonostante queste fantasiose diagnosi il professor Parrella nel pomeriggio del 7 si recava all’ospedale Melorio per sottoporsi ad una visita cardiologica preventivamente prenotata da lui stesso e solo dopo questa visita era ricoverato d’urgenza nello stesso ospedale, che però era del tutto inadeguato alla gravità della patologia e p.es. privo di emodinamica, e trasferito solo il giorno dopo 8 agosto (4 giorni dopo il primo malore!!!) in quello di Caserta dove i medici non potevano che costatare i danni non più reversibili provocati al cuore dalla errata diagnosi e dal ritardo di terapie adeguate in un soggetto ormai plurinfartuato. L’intervento chirurgico successivo fu solo un tentativo in una situazione ormai disperata. Il professor Parrella non è quindi morto in seguito a complicanze derivanti l’interveto chirurgico subito presso l’ospedale di Caserta, ma per le gravi omissioni e negligenze compiute a Santa Maria Capua Vetere. Ho speranza che questo ennesimo gravissimo episodio muova la coscienza dell’assessore alla Sanità e di chi dirige la ASL di Caserta ad un intervento radicale che non illuda più i cittadini di avere a disposizione dei pronto soccorso che in realtà sono inadeguati quanto a strumentazione anche elementare e che si avvii anche a Caserta, come è avvenuto in tutta Italia, un sistema di percorsi diagnostici terapeutici che possa servire realmente i cittadini, salvare vite umane, ridurre le spese e valorizzare il personale. Come prima mossa andrebbero chiusi reparti doppioni inadeguati e convogliare risorse umane presso una unica struttura stante l’attuale crisi economica e poi avviare tavoli tecnici di lavoro per costruire una rete almeno provinciale per tutte le emergenze e fabbisogni sanitari ad alto impatto. Chiedo infine al signor Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria di Caserta se conosce le “Linee Guida sulla Cardiopatia Ischemica Acuta e sull’Infarto Miocardico Acuto”.
Sono Linee così chiare che anche un non medico e in grado di comprenderne l’importanza e i percorsi che andrebbero realizzati nei confronti di queste patologie nelle quali diagnosi precoce, prime terapie e ricovero nei centri specializzati sono in grado di abbattere in modo grandemente significativo le percentuali di mortalità. E chiedo ancora a questo signor direttore dell’ASL di Caserta quando conta di avviarne l’applicazione in questa disgraziata nostra provincia di Caserta. Spero anche che la mortale vicenda del prof. Parrella spinga la magistratura ad indagini approfondite che stabiliscano se vi sono state responsabilità penali dirette e indirette, errori, omissioni e colpevoli inadeguatezze organizzative del servizio dell’ASL di Caserta.
Sergio Tanzarella