Un altro duro colpo per i livelli di assistenza della sanità casertana rischia di avvenire con l’accorpamento delle Unità operative di Salute Mentale di Maddaloni e Marcianise previsto nel nuovo Piano Aziendale. Una decisione che dovrebbe portare alla chiusura della struttura della città delle due torri con un grave disagio per l’utenza, oggi stimata in un bacino di 85mila persone e che porterebbe alla nascita di una sola unità operativa con un bacino di oltre 170mila utenti, andando ben oltre il limite di 150mila suggerito dalle normative vigenti (tra cui Progetto Obiettivo 1998/2000, DPR 1 novembre 1999). Un numero impressionante, ben lontano da quello delle due unità più grandi della nostra provincia, Aversa e Caserta, il cui numero potenziale di utenti è di 130mila persone a testa. L’accorpamento sembra non seguire alcuna logica sanitaria ma solo quella dei tagli lineari. O c’entra la politica? Le UU.OO.S.M. di Maddaloni e Marcianise risultano le prime due dell’ASL come carico di utenza e comunque con carichi di lavoro quantitativamente più gravosi di tutte le altre UU.OO.S.M., anche quelle significativamente più popolose. Maddaloni, ad esempio, ha registrato circa l’75% in più degli assistiti della U.O.S.M. di Caserta e Marcianise ne ha circa il 25 % in più). Dai dati, inoltre, emerge che Maddaloni e Marcianise assistono il 50% dell’utenza del Dipartimento di Salute mentale. La struttura di Maddaloni, inoltre, nel corso degli anni è diventata un centro di eccellenza, riconosciuto anche dall’afflusso di nuovi utenti che, negli ultimi 5 anni, sono stati circa mille. Dati confortati anche dalla struttura moderna e funzionale, con discreta possibilità di parcheggio auto, ben al di là dello standard medio delle strutture dell’ASL Caserta, diversamente la UOSM di Marcianise, pur se funzionale e decorosa, è ospitata all’interno del vecchio Ospedale.
Ma l’accorpamento genera anche una serie di dubbi per quel che riguarda i due Centri Diurni Riabilitativi con caratteristiche tali che le due strutture non possono essere fuse, necessitando di impegni differenziati. Non sembrano esserci, quindi, reali motivi per procedere nella direzione dell’accorpamento dato che anche il risparmio in termini economici sarebbe minimo. Quello che si genererebbe, invece, sarebbe un grave disagio per gli operatori e per l’utenza. Ma la sanità, a volte, più che alle necessità dei pazienti risponde alle esigenze della politica. Perciò la domanda da farsi è una a chi giova mantenere Marcianise per chiudere una struttura di eccellenza come quella di Maddaloni? Chi muove i fili della sanità casertana dovrebbe ricordare forse che dal 1978 in poi tutte le leggi in materia di salute mentale hanno ribadito la centralità delle attività territoriale ed ambulatoriali su tutte le altre. Ma quando si tratta della salute dei cittadini la politica spesso persegue altri fini.
ag