“Voglio far conoscere a tutti le parole della giovane casertana aggredita giorni fa. Parole condivise una per una, comprese quelle finali, nel rispetto pieno del riserbo che ha chiesto di osservare sulla sua identità. Le “chiedo scusa” a nome dei casertani che non sono intervenuti. Questa nostra città, la nostra società, hanno bisogno dell’impegno di tutti per contribuire a migliorarle. L’indifferenza e il disimpegno sono i nostri principali nemici. Ancora il mio grazie al caporal maggiore capo Nicola Ricciardi, che ho incontrato alla presenza dei suoi superiori (comandante del 21° Reggimento Genio Guastatori di stanza a Caserta, colonnello Ettore Motti e sottufficiale di Corpo, luogotenente Maurizio Di Rienzo) con l’amico consigliere comunale Pasquale Antonucci”. Lo dichiara il sindaco di Caserta, Pio Del Gaudio che ha incontrato al comune i rappresentanti dell’esercito e il giovane militare che alcuni giorni fa bloccò un tentativo di violenza sessuale ai danni di una ragazzza impegnata a fare jogging.

 

 

 

Le parole della giovane casertana inviate al sindaco

 

Egregio Sindaco,

La ringrazio innanzitutto per l’attenzione e la solidarietà da Lei mostratami in rappresentanza delle istituzioni e della città tutta.

Voglia perdonare la mia assenza in questa sede. Per ragioni personali preferisco non presenziare.

Le sarei però grata se potesse farsi portavoce del mio pensiero.

Poche sono le riflessioni che in questi giorni, a poche ore da questa brutta esperienza, ho fatto e che vorrei condividere.

La prima riflessione ha a che fare con la mia città. Ferma restando l’indiscussa esigenza di un sempre maggiore controllo urbano soprattutto in alcune zone, mi sento di dire che Caserta é una città in cui io e la mia famiglia ci siamo sempre sentiti sicuri, alle 8 del mattino come alle 8 di sera. Quanto accaduto ha evidentemente dell’inverosimile ma, a detta stessa delle forze dell’ordine, si è trattato di un episodio eccezionale, forse il primo, e speriamo unico, di questo tipo.

L’altra riflessione che ho fatto in questi giorni riguarda molto da vicino ognuno di noi.

Nel lasso di tempo che é trascorso dal momento in cui quel ragazzo mi ha messo le mani addosso per la prima volta fino a quando poi me lo hanno tolto di dosso mentre ero a terra, io ho gridato aiuto 1, 2, 3, 4, 10, forse 20 volte. In quei pochi minuti, che mi sono sembrati interminabili, mi sono rivolta anche direttamente alle persone che mi camminavano accanto chiedendo di essere aiutata.

Alcune di quelle persone guardavano, forse non capivano, ma esitavano ad intervenire. Ho dovuto gridare ripetutamente che non conoscevo quel ragazzo prima che materialmente mi fosse tolto di dosso e io potessi liberarmi dalla morsa e rialzarmi da terra. Mi é stato poi detto da alcune di quelle persone che erano lì intorno “Signora, pensavamo che lo conoscesse”.

Su questo ho riflettuto tanto, tantissimo e non posso non esprimere il mio dispiacere in proposito.

La richiesta reiterata di aiuto da parte di chiunque sia in una situazione di evidente difficoltà, donna, uomo, bambino, merita attenzione ed immediato intervento. Qualsivoglia atto di violenza, verbale e fisico cui ci capita di assistere, merita di essere interrotto anche laddove “immaginiamo” ci sia una relazione di conoscenza tra chi subisce quella violenza e chi la realizza.

Questo per dire che se anche quell’uomo fosse stato mio marito, il mio compagno, mio fratello, alla prima richiesta di aiuto, alla vista della resistenza che ho tentato di opporre ai suoi prepotenti contatti fisici, chiunque, credo, avesse il dovere di intervenire per mettere fine all’atto di violenza che in quel momento si stava consumando.

La generale inerzia di noi tutti contribuisce purtroppo in alcuni casi a rendere impuniti determinati misfatti.

È per questo che ringrazio di cuore il caporal maggiore Ricciardi e le altre persone che sono intervenute per mettere fine a quell’incubo e che mi sono rimaste vicino successivamente prima che intervenissero le forze dell’ordine e sopraggiungessero i miei cari.

Grazie a loro, fortunatamente, questo resterà forse solo un brutto ricordo.

Voglio inoltre ringraziare sentitamente anche i rappresentanti del comando dei carabinieri di Caserta per la professionalità, la grande disponibilità e sensibilità mostratami.

Non posso che augurarmi che quanto accaduto non debba ripetersi ancora e che diventi più forte in ognuno di noi la consapevolezza che non possiamo aspettarci che il modo diventi un posto migliore se non contribuiamo in prima persona a cambiare le cose.

Grazie per l’attenzione

 

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