“Invasione di topi nell’ex area Nato di via Gianturco, un ratto finisce nel letto di una bambina e scoppia la rivolta tra i residenti”. Secondo quanto denuncia il presidente della Quarta Municipalità, Armando Coppola, è accaduto l’altra sera, nell’area ex Nato, all’imbocco della Tangenziale, dove un gruppo di mamme ha inscenato un sit-in per protestare “contro il degrado e l’abbandono in cui versano i suoli di quella che avrebbe dovuto rinascere come cittadella dello sport nella zona industriale”. “Ieri ho avuto un incontro con il vice sindaco, Tommaso Sodano – spiega Coppola – a cui ho strappato la promessa di provvedere alla bonifica dell’ex Area Nato dove proliferano i ratti e il successivo affidamento dei suoli alla società Agorà 6, come era già programmato”. In realtà a far slittare la riqualificazione dell’area è stata proprio la mancata firma del protocollo tra amministrazione comunale e Agorà 6, spiega in una nota. É stata una bimba di via Bussola, parallela di via Gianturco, a ritrovarsi un grosso ratto nel lettino dove dormiva. A lanciare l’allarme sul grave rischio igienico-sanitario per gli abitanti della zona è stata la madre della piccola che, insieme ad altre mamme, ha bloccato la strada in segno di protesta. “Sono anni che quel sito è abbandonato – incalza Coppola – Uno spazio stracolmo di rifiuti, soprattutto tossici, dove vi sono accampamenti rom e per il quale più di un anno fa chiedemmo all’ex assessore comunale allo Sport Pina Tommasielli di averlo in affidamento. Ma ci fu risposto che l’area era già stata assegnata alla società Agorà 6 per la realizzazione di un prolungamento del Centro direzionale. Ad oggi nulla è stato fatto”. “L’anno scorso ci siamo fatti carico di una spesa di ottomila euro – non di nostra competenza – per ripulire lo spazio antistante l’ex area Nato, che si trova nelle vicinanze di un oratorio, dove giocano ogni giorno tantissimi bambini – conclude – Ora chiediamo che quello spazio sia riqualificato e non sia l’ennesimo simbolo di progetti per cui sono stati spesi miliardi, che si sono poi tramutati in spreco di denaro pubblico per i cittadini”

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