È categorico: “Il mio unico interlocutore è il sindaco, non mi servono strade secondarie, io imbocco sempre quella principale”. E non risparmia critiche a qualche suo amico(?) di maggioranza: “Quelle di aspirare a un posto in giunta sono legittime ambizioni, ma qualcuno più giovane a volte non riesce a tenerle a bada, non ha freni”. Massimo Lavino interviene nel dibattito politico in corso nella coalizione guidata da Angelo Brancaccio. E non condivide, in parte, la ricostruzione di Campania Notizie in riferimento ai suoi tentativi di sgambetto a Peppe Mozzillo e al suo scalpitare per entrare nel nuovo esecutivo. “Mai come in questi giorni – afferma il dimissionario presidente dell’Acquedotto – sono stato sereno e tranquillo. Non ho bisogno di sgomitare per farmi spazio ai danni di qualcuno. Non l’ho mai fatto. E’ chiaro che con il varo della nuova maggioranza è in atto un confronto sul futuro dell’amministrazione. Io non mi sottraggo mai al confronto, ma il mio unico interlocutore istituzionale e politico e il sindaco Brancaccio. Spetta a lui valutare quali sono le persone e gli amministratori più adatti in questa nuova fase. Io non posso fare altro che mettere a disposizione la mia esperienza, ma è lui che deve fare le scelte che reputa più opportune per il proseguo dell’amministrazione. Certo – dice esplicitamente Lavino – non nascondo che se non fossi proprio preso in considerazione avrei qualche mal di pancia, ma in politica ci si deve anche adeguare a decisioni che non piacciono o che ti penalizzano”. Atteggiamento che, secondo il consigliere comunale non stanno assumendo alcuni esponenti della maggioranza, quelli più giovani. “Chi è giovane spesso vuole tutto e subito, è meno propenso alla mediazione, ma l’esperienza col tempo insegna a frenare le legittime ambizioni personali in modo da farle coincidere con l’interesse generale, che in questo caso è il progetto amministrativo della maggioranza per questo ultimo scorcio di consiliatura”. Lavino, che non ha perso il Dna democristiano, non fa nomi. Ma non difficile risalire, guardando la carta di identità, ai giovani che a detta del consigliere comunale non “frenano le proprie ambizioni personali” e vorrebero restare in giunta. I primi indiziati sembrano essere Eduardo Indaco ed Eleonora Misso. Ma anche Antonio Marroccella coincide con l’identikit tratteggiato da Lavino. Secondo il quale quindi sarebbero loro a scalpitare, anche troppo, e non lui.

Mario De Michele

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