Ha cambiato di nuovo idea e ha annunciato di voler fare il collaboratore di giustizia il leader dell’ala stragista del clan dei Casalesi Giuspepe Setola. Palcoscenico delle sue dichiarazioni, ancora una volta, il processo per l’omicidio di Domenico Noviello. “Salvate la mia famiglia”, ha chiesto Setola, affermando – in un confronto a distanza con un altro killer dei casalesi – che “la malavita è finita”. Appena una settimana fa il killer, durante lo stesso procedimento, si era dichiarato colpevole dell’omicidio autoaccusandosi di altri 45 delitti ma aveva aggiunto di non avere alcuna intenzione di collaborare. Oggi invece, collegato in video-conferenza dal carcere di Milano-Opera dove è al 41bis, Setola, rivolgendosi al pm della DDA Alessandro Milita, assente la scorsa udienza, ha rotto gli indugi. ”Ho deciso di collaborare – ha detto – il pm Milita venga da me già da stasera. Salvate la mia famiglia, altrimenti i Bidognetti li uccidono”. “Non sono sorpreso della decisione di Setola” ha commentato il magistrato, che ha poi risposto “vedremo” alla domanda dei cronisti su eventuale incontro con il killer nel carcere. Lo stesso Setola, la scorsa settimana, aveva ammesso di avere già avuto in estate un colloquio a scopo collaborativo con Giovanni Conzo, altro pm della DDA di Napoli, che però lo aveva bollato come “pazzo”. Oggi in udienza, il killer, riferendosi alla sua presunta malattia agli occhi, ha poi lanciato dure accuse ai medici, anticipando probabilmente il tenore delle sue dichiarazioni al pm. “Io ci vedo benissimo – ha affermato – e mandavo regali al medico del carcere. Anche all’Asl di Milano sapevano che ci vedevo bene”. Con Setola è imputato in un altro processo il noto oculista di Pavia Aldo Fronterrè (scarcerato il 20 dicembre scorso), accusato di aver favorito il boss con perizie che ne attestavano falsamente la totale cecità; con quei certificati Setola ottenne nell’aprile 2008 i domiciliari e il successivo ricovero nella clinica di Pavia da dove poi fuggì dando il via alla stagione del terrore che provocò nel Casertano 18 morti, tra cui lo stesso Noviello. Setola ha ammesso di “avere 35 milioni di euro conservati e di aver paura della vendetta del clan Mallardo di Giugliano”; si è inoltre rivolto all’altro killer dei Casalesi imputato nel processo Noviello, Giovanni Letizia, anch’egli collegato in video- conferenza. “”Giovà, lo so che non sei d’accordo, ma la malavita è finita”. Letizia ha poi preso la parola, in un botta e risposta via video. “Presidente, ho sentito di questo nuovo pentito, ma io non mi pento, piuttosto muoio in carcere. Setola mi ha rovinato la vita, per andare appresso alla sua testa ho ammazzato Umberto Bidognetti, che era una brava persona, e i sei africani ma all’omicidio Noviello sono estraneo”. Setola ha inoltre revocato il mandato al suo legale Paolo Di Furia, nominato pochi giorni fa – è il sesto difensore sostituito negli ultimi due mesi – e ha nominato Antonio Di Micco che però ha rinunciato; alla fine il presidente della Corte d’Assise Maria Alaia ha indicato come suo avvocato d’ufficio Rachele Merola, presente in aula. Il pm ha chiesto un nuovo esame di Setola (fu già sentito alcuni mesi fa, ndr) che si terrà il 13 ottobre prossimo, facendo slittare probabilmente la sentenza, prevista originariamente per il 16 ottobre.


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