CASAL DI PRINCIPE – Il capo dell’ala stragista del clan dei Casalesi, Giuseppe Setola, aveva in mente di uccidere anche magistrati in servizio presso la Direzione distrettuale antimafia di Napoli. A raccontarlo e’ un recente collaboratore di giustizia, l’affiliato ai Casalesi Nicola Cangiano, che riferisce di progetti di agguato del superkiller Setola “nei confronti del dottor Cesare Sirignano,

del dottor Catello Maresca, del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo (all’epoca a capo del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, ndr.) e anche di Franco Roberti”, coordinatore fino al 2009 della Dda partenopea e ora procuratore capo a Salerno, ma anche genericamente nei confronti di “qualunque pubblico ministero che in quel periodo lo colpiva come ad esempio il dottor Milita”. Cagnazzo, in particolare, aveva convinto Salvatore Fasano, braccio destro di Setola su Aversa, a pentirsi. “Le devo rappresentare – spiega Nicola Cangiano – come che Setola e’ un vero e proprio sanguinario. Le azioni omicidiarie in genere venivano eseguite improvvisamente o comunque lui ordinava di partire per andare a compiere omicidi e attentati anche all’improvviso. Avevamo quindi alcuni obiettivi programmati e, comunque, poiche’ viaggiavamo sempre armati, se avessimo incrociato uno dei soggetti che lui aveva indicato come da eliminare avremmo sicuramente sparato. Spesso ad esempio nei viaggi al Vomero lui si rammaricava di non incontrare qualche vostra autovettura cosi’ almeno avrebbe dato un altro segnale”.

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