CASERTA. L’attore-rivelazione della serie tv Gomorra, Marco D’Amore; Giampaolo Fabrizio, il “Bruno Vespa” del tg satirico Striscia la Notizia; lo scrittore Antonio Pascale; i volti del teatro e del cinema Enrico Ianniello, Andrea Renzi, Tony Laudadio, Roberto De Francesco e Roberto Solofria; Ferruccio Spinetti del duo Musica Nuda; la costumista Ortensia De Francesco, il filosofo del diritto Giuseppe Limone della Seconda Università di Napoli, i ragazzi dell’associazione “Area Nuova” di Portico di Caserta. Sono solo alcuni dei testimonial casertani che hanno scelto di sostenere «Tornami in mente», la campagna per la reintroduzione del Diritto e dell’Economia in tutte le scuole superiori promossa dal Coordinamento nazionale dei docenti di Diritto e di Economia, fondato da Franco Labella, docente di materie giuridiche in un liceo di Napoli. In cinquanta, per ora, tra personalità note e meno note, hanno accolto l’invito del Coordinamento di realizzare “in casa” un selfie-video con la propria testimonianza sulle conseguenze negative che potrebbe avere sulla formazione culturale e sociale dei ragazzi la recente “riforma” della scuola che, nei fatti, ha escluso il Diritto e l’Economia dalla maggior parte dei programmi ministeriali. «Tornami in mente» è invocazione, l’appello, al premier Matteo Renzi e al ministro dell’istruzione Stefania Giannini, affinché le materie giuridiche ed economiche ritornino nella mente degli studenti. «Ovunque si parla di crisi di legalità e di dissesto economico: e la scuola cosa fa?», si chiede Rita Raucci, portavoce del Coordinamento e ideatrice, insieme con il giornalista Claudio Lombardi e il pubblicitario Enzo De Angelis, della campagna. «Dice che è meglio non sapere negando agli studenti la formazione di una coscienza civica con un ruolo sociale attivo. Probabilmente, la classe politica teme che un popolo di persone coscienti non si lasci dominare con facilità!». Le ragioni di questi tagli non possono essere di ordine economico: non si sospende l’educazione alla civiltà perché mancano i soldi. «Un Paese democratico – aggiunge Raucci – non se lo può permettere». Senza lo studio del diritto non c’è formazione alla legalità e senza educazione finanziaria si crea un analfabetismo pericoloso: gli studenti italiani sono risultati penultimi (dopo quelli colombiani!) nelle loro conoscenze economiche nell’indagine OCSE-PISA del 2012. «Le istituzioni politiche responsabili – prosegue Raucci – hanno il dovere di rafforzare e, semmai, anticipare la formazione giuridica ed economica nel percorso scolastico». L’ottimizzazione del progetto è stata affidata a Titti Smaldone, la regia a Simone Petrella e l’ufficio stampa e i rapporti con i media a Roberta Gravina. «A nome di Franco Labella, ringrazio tutti coloro che, a vario titolo, hanno partecipato alla realizzazione dell’idea, per averlo fatto – precisa Raucci – in modo volontario e gratuito» Nato nel 2009, prima di «Tornami in mente», il Coordinamento nazionale dei docenti di Diritto e di Economia è stato promotore di un appello, che ha raccolto 2.300 adesioni (tra cui quelle di Stefano Rodotà, Rita Borsellino, Giovanni Impastato, Moni Ovadia, Tonino Palmese, Claudio Fava e Giuseppe Lumia), e di una mobilitazione popolare, dal titolo “Invia un albero verde al ministro”, che prevedeva l’invio di cartoline rappresentanti un albero verde con lo slogan «Il diritto e l’economia non sono rami secchi da tagliare» all’allora ministro Mariastella Gelmini e ai membri della Commissione cultura e istruzione di Camera e Senato. L’attività del Coordinamento ha già prodotto i primi risultati: di recente, i capigruppo di tutte le forze politiche presenti nel Consiglio regionale della Campania hanno sottoscritto un ordine del giorno, nel quale hanno invitano le istituzioni (a partire dal ministro dell’istruzione) «a riaprire la discussione sul ruolo fondamentale che il Diritto e l’Economia assumono nella formazione di base degli studenti delle scuole superiori, auspicando che le stesse discipline siano adeguatamente valorizzate come obbligatorie in tutte le scuole superiori per contribuire a formare coscienze civiche più solide e consapevoli».

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