“Cosentino e Landolfi incontrarono nel 2002 l’allora prefetto di Caserta Carlo Schilardi perché intervenisse sulla questione della Commissione d’Accesso al Comune di Mondragone, nel senso di bloccarne il lavoro e impedire che proponesse lo scioglimento dell’Ente per infiltrazioni camorristiche. Cosa che infatti non accadde”. Lo ha dichiarato il collaboratore di giustizia Giuseppe Valente, ex presidente del Consorzio dei rifiuti Ce4, al processo in cui Nicola Cosentino è imputato per concorso esterno in associazione camorristica. Valente, rispondendo alla domande del pm Alessandro Milita, ha spiegato che “fu il giornalista del Mattino Giovanni De Stasio a informarmi con una telefonata, nel giugno del 2002, che la Commissione d’Accesso a Mondragone stava predisponendo una relazione negativa proponendo lo scioglimento del Comune allora guidato da Ugo Conte (Forza Italia, ndr), e che c’era il parlamentare del Pd Lorenzo Diana che tutti i giorni chiedeva al prefetto lo scioglimento. Se ciò fosse avvenuto avremmo perso come centro-destra la maggioranza all’interno del Ce4 con conseguenze anche sulla società mista Eco4 dei fratelli Orsi, in cui peraltro De Stasio aveva interesse perché lì era stato assunto con ruoli apicali suo genero Giovanni De Rosa. Informai subito Cosentino e Landolfi: loro non volevano lo scioglimento perché avrebbe avuto effetti non solo sul Ce4 ma anche su altri enti pubblici del Casertano. Ricordo che si recarono insieme dal prefetto, e dopo l’incontro mi dissero che l’ente non sarebbe stato sciolto. E così è stato”. Per la cronaca la Commissione d’Accesso fu inviata per la presenza in amministrazione come consigliera comunale di Maria D’Agostino, condannata nel 2002 per aver ospitato un camorrista latitante; solo un anno e mezzo dopo la sentenza divenne definitiva e ad inizio 2004 la D’Agostino si dimise. Queste circostanze furono raccontate in aula anche da Lorenzo Diana.