Il consigliere comunale Antonio Ciontoli porta nelle sedi deputate la questione della scomparsa dei resti di Vanvitelli. Una lunga missiva è stata scritta al sindaco Pio Del Gaudio, al ministro Franceschini e al sovrintendente Vona. “La città di Caserta – commenta – ha l’onere morale di fare tutto il possibile per dare degna sepoltura a Luigi Vanvitelli verso cui ci connota una storica irriverenza, iniziata con la profanazione della sua casa, continuata con lo scarso valore che diamo alla Reggia e da ultimo con la dispersione delle sue spoglia mortali. Lo dobbiamo alla Sua importante storia umana e professionale, lo dobbiamo al suo essere stato il progettista della nostra culla cittadina, lo dobbiamo alla nostra coscienza di uomini, cristiani e cittadini casertani. Dopo 30 anni, dalla rimozione delle ossa, si dia pace e degna sepoltura a questo nostro straordinario antenato e concittadino”.
Ecco il testo:
Al Sindaco di Caserta Dott. Pio Del Gaudio
e, p.c. Al Ministro per i Beni e le Attività Culturali
On. Dario Franceschini
Al Soprintendente della Reggia di Caserta
Arch. Fabrizio Vona
Al Presidente Dell’Ept di Caserta
Dott. ssa Lucia Ranucci
Collegata ad una attività ispettiva relativa all’insistenza di un abuso sul tetto del Teatro Comunale di Caserta, lo scrivente consigliere comunale è venuto a conoscenza di notizie inerenti ad una scomparsa dei resti mortali di Luigi Vanvitelli.
A tal riguardo, si allega, una ricerca di un giornalista casertano Giuseppe Sangiovanni, ripresa in questi giorni dallo studioso di storia casertana Nando Astarita, che postosi, qualche anno fa, sulle tracce delle spoglie mortali di Luigi Vanvitelli, afferma, attraverso atti e parole di autorevoli interlocutori, che quei resti mortali, pur certificati in entrata nella Chiesa di San Francesco di Paola, alle porte di Casagiove, sono poi usciti nel 1984 per una serie di indagini necroscopiche e mai più vi hanno fatto rientro.
Due lapidi, la prima del 1823 e la seconda del 1879, ricordano in modo fuorviante ancora l’esistenza di quei resti nella piccola Chiesa periferica alla Reggia, tant’è che il Sangiovanni così tracciava le scarne notizie:
“Nei primi mesi estivi del 1984, dopo l’intervento della Sovrintendenza dei Beni Culturali di Caserta, le spoglie rinvenute furono spostate all’istituto di medicina legale di Caserta. Si apprese, successivamente, che tali resti furono spediti a Napoli e poi al laboratorio di Laboratorio di Antropologia della Soprintendenza di Chieti, per ulteriori studi sull’identità dei reperti: si prospettava di effettuare una prova al Carbonio, per la datazione dei resti, con la tecnica radiometrica del Carbonio 14”.
La certezza della presenza di Luigi Vanvitelli nella Chiesa di San Francesco di Paola, contrariamente ad alcune indicazioni turistiche poste erroneamente a pochi passi dalle Reggia, si rileva dal:
“vecchio registro, Liber Mortuorum, ben tenuto dal Parroco della chiesa San Francesco di Paola, datato 1700, dove si registravano i morti tumulati nella chiesa, ove si legge: ” A dì Primo di Marzo 1773- Passò da questa a miglior vita il Sig. D. Luigi Vanvitelli Ingegnere del Re, munito con tutti i sacramenti, nella Terra di Caserta, e per “divozione” volle e fu sepolto nella nostra chiesa Parrocchia di San Francesco di Paola della città di Caserta”.
“All’epoca la Soprintendenza scattò foto per immortalare i reperti, i resti in una cassa e di un drappo damascato d’oro sul quale era incisa una “V” di metallo brunito alta un centimetro (come riportò il 29 luglio 1984 il giornale “La Repubblica) – che “fece pensare” che erano proprio quelli i resti di Vanvitelli”.
L’avvenuta ricezione delle spoglie mortali in quel di Chieti, si coglie poi da una relazione del Professore Luigi Capasso, Professore Ordinario di Antropologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti che dichiarò di aver ricevuto:
“ 5 frammenti di costole umane, molto minuti, peraltro in pessimo stato di conservazione ed una serie minuta di frammenti di osso spongioso, assolutamente non identificabili in quanto a collocazione topgrafica di provenienza dello scheletro, peraltro con dubbio che potesse anche trattarsi di scheletro non umano. Nessuna relazione scientifica fu redatta al momento, stante la totale inconsistenza e frammentarietà del materiale biologico. Inoltre, detto materiale non sarebbe stato sufficiente neppure per servire come substrato per una datazione al radiocarbonio, sia per le ridotte quantità, sia, soprattutto, per la totale contaminazione con terreno (questo si era presente in abbondanza nel “campione sepolcrale” allora trasmesso), sia per la presenza di muffe attuali. Quindi, “le spoglie mortali” del Vanvitelli, sono tecnicamente frustul ossei indeterminabili”.
Ciò premesso, La invito a voler aprire ufficialmente un fascicolo intestato a Luigi Vanvitelli che dopo aver visto profanare la sua casa ed il trattamento poco reale e funzionale che si fa della Reggia, ha visto anche disperdere le sue spoglia mortali, ciò che ci impone umanamente e per un atto di gratitudine e di riverenza storica, di attivare ogni iniziativa utile per individuare questi erranti resti mortali a cui dare una definitiva e degna sepoltura.
Lo dobbiamo alla storia umana e professionale di Luigi Vanvitelli, lo dobbiamo al suo essere stato il progettista del nostro lascito reale, lo dobbiamo alla nostra coscienza di uomini, di cristiani e cittadini casertani.
Dopo 30 anni si dia pace e degna sepoltura a questo nostro straordinario concittadino.
Caserta 10 novembre 2014 Il Consigliere Comunale
Antonio Ciontoli