Stoccate, battute, risposte e precisazioni. Non ancora candidati a futuri governatori della Campania, almeno non ufficialmente, a Salerno, il governatore della Campania, Stefano Caldoro, e il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, si sono comportati quasi come se già lo fossero. E così, nel corso dell’assemblea degli Industriali, tra i due è andato in scena un vero siparietto. Caldoro e De Luca già nel 2010 si sono contesi la poltrona di governatore: una sfida che vide vincente Caldoro. La prima divergenza, netta, tra i due sul cofinanziamento. Quella che, nelle prime battute, sembrava essere una battaglia comune, si rivela, infatti, come un divario. “Mi devono tagliare la mano destra come presidente della Regione Campania, non firmerò un programma operativo regionale con la diminuzione dal 50% al 25% del cofinanziamento”, avverte Caldoro che chiede la garanzia della blindatura del 25%”. Secca la replica di De Luca che se invoca una battaglia comune contro il cofinanziamento dice anche: “Io taglierei le mani sia al ministro che a Caldoro. Apprezzo il governatore e mi commuove quando scambia i suoi desideri con la realtà”. E poi, in un contrapporsi di due stili diversi (istituzionale Caldoro, e ironico De Luca) i fondi Europei. “Noi spendiamo il 100% dei fondi europei, se non si spendono al Sud dateli al Comune di Salerno”, dice De Luca, che punta il dito contro la “polverizzazione” dei fondi nella gestione della Regione. Caldoro risponde e chiama in causa i dati. “Noi polverizziamo? In Campania abbiamo oltre 5mila progetti monitorati, la Puglia ne ha oltre 30mila, la Calabria 15mila, per fare qualche esempio – spiega – e poi bisogna sapere che noi non siamo quasi mai soggetti attuatori”. Pronta la controreplica di De Luca: “Quando le cose si fanno è merito dei Comuni, quando non si fanno è colpa dello Stato ma mai della Regione”. Caldoro, questa volta, risponde così: allargando le braccia.

 

 

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