Quegli occhi lucidi dicono tutto. Più di tante parole. Sono l’immagine emozionante e commovente di un’esperienza terrificante vissuta da lui e dai suoi familiari. Ma non sono il segnale di una resa. Non indicano la tentazione di gettare la spugna. Lo sguardo di Marcello De Rosa guarda al futuro della sua città. Il sindaco di Casapesenna non vuole cedere il passo alla criminalità. A chi vorrebbe interrompere con ogni mezzo il cammino verso la legalità. Quel cammino intrapreso con forza e convinzione della nuova amministrazione comunale. Ci ha ospitato a casa sua, e di questo lo ringraziamo, per ricostruire ai microfoni di Campania Notizie quelle interminabili ore in cui quattro malviventi hanno fatto irruzione proprio nella sua abitazione e hanno seminato il panico. Mercoledì scorso (26 novembre) i banditi hanno assaltato la casa del primo cittadino. Hanno sequestrato la moglie, le due figlie di 3 e 6 anni, la baby-sitter e altre due donne. Un incubo. I banditi hanno svaligiato l’abitazione. Ma non si sono subito dati alla fuga. Hanno atteso l’arrivo di De Rosa. E gli hanno puntato una pistola alla testa dicendogli con il tono spietato in stile camorristico “questo è quello che ti meriti per quello che stai facendo, pezzo di m…”. Solo allora si sono dileguati facendo perdere le loro tracce. Mentre ci racconta i dettagli di questo inquietante episodio, nella stanza accanto c’è la moglie Meri Cirillo. Una donna forte. Coraggiosa. Che ha rischiato la sua vita per cercare di mettere a riparo le sue figlie e le altre tre donne terrorizzate dalle minacce dei banditi. Lo sguardo di Meri è ancora impaurito. Nella sua mente ritornano quei momenti drammatici. Con lei ci sono amici e parenti. L’abbracciano. Lei si commuove. Un abbraccio ancora più grande, collettivo, lo aveva ricevuto poco prima il sindaco, “accerchiato” da centinaia di cittadini al termine della fiaccolata organizzata per manifestargli solidarietà e vicinanza. Una mobilitazione popolare che ha inorgoglito De Rosa. “E’ un segnale importante”, dice il sindaco. Che aggiunge: “I promotori mi hanno detto che la manifestazione è stata organizzata in sole due ore, ma c’erano comunque tantissime persone. I cittadini mi hanno dimostrato un grande affetto perché hanno capito che l’amministrazione sta lavorando nell’esclusivo interesse della collettività”.
Durante la nostra lunga conversazione chiediamo al primo cittadino, secondo lui, cosa c’è dietro questo grave episodio. “Spetta agli inquirenti – risponde De Rosa – cercare di fare chiarezza su una vicenda così inquietante. Io ho sempre avuto fiducia nello Stato e continuerò ad averla. In questi anni le istituzioni hanno fatto un lavoro encomiabile, l’azione dei magistrati e delle forze dell’ordine ha consentito la cattura dei capi del clan. Ma lo Stato non deve abbassare la guardia, deve tenere sempre i riflettori accesi sul nostro territorio, non ci deve lasciare soli”. La dinamica del raid lascia molti dubbi. E soprattutto il sospetto che dietro ci sia la mano della camorra. Da quando si è insediato, il sindaco e la sua compagine di governo hanno adottato misure improntate al ripristino della legalità. La nuova amministrazione ha lavorato per il riutilizzo di un bene confiscato alla camorra, si è costituita parte civile in un processo contro i Casalesi, ha emanato un’ordinanza di demolizione di una casa della famiglia di Michele Zagaria, uno dei capi della cosca, che aveva proprio a Casapesenna la sua roccaforte. Insomma, nel giro di pochi mesi sono stati assunti una serie di provvedimenti che hanno segnato una svolta. Un cambio di rotta rispetto al passato. Del resto, De Rosa non si è mai piegato alla camorra. Da imprenditore ha denunciato otto estorsori facendoli arrestare e condannare. Da sindaco sta battendo a testa bassa la strada della legalità. E neanche questa terribile esperienza gli farà cambiare atteggiamento. Né lo farà tentennare. “Non basta una pistola puntata alla testa per farmi fare un passo indietro”, afferma con coraggio. Ma non con l’aria di eroe. Semplicemente con il senso di responsabilità di un uomo delle istituzioni che vuole continuare a dare il proprio contributo per il riscatto della propria terra. In bocca al lupo, sindaco.
Mario De Michele
LA VIDEO-INTERVISTA A MARCELLO DE ROSA