Il Consiglio comunale di Napoli ha approvato la rinegoziazione dei mutui con la Cassa depositi e prestiti. La deliberazione è stata votata per appello nominale e approvata con 25 sì 3 no e 3 astenuti (hanno dichiarato di non partecipare al voto i consiglieri Luigi Esposito e Palmieri di Ncd e Moretto e Nonno di Fratelli d’Italia). Respinta la pregiudiziale alla deliberazione, proposta da Molisso e Iannello di Ricostruzione democratica, il testo è stato illustrato all’aula da Salvatore Palma, assessore comunale al Bilancio. Le modalità di accesso a un mutuo o rinegoziazione – come ha spiegato Palma – sono “competenza gestionale, non del Consiglio che può, approvando la delibera, valutare positivamente l’adesione alla proposta di rinegoziazione”. In questo modo si può cogliere l’opportunità di rinegoziare mutui che siano a basso ammortamento, e rispondano ai principi dell’equivalenza finanziaria e i cui vantaggi siano destinati a minori esborsi, a spese di investimento o al pagamento del debito. Il Comune, assorbendo il disavanzo per 35 milioni, dà un’ulteriore spallata al monte-disavanzo potendo così assorbirlo più velocemente. L’assessore ha inoltre sottolineato che la simulazione effettuata con la società di consulenza del Comune “ha mostrato che, sui 774 finanziamenti per 2 miliardi e 43 milioni, possono essere rinegoziati vantaggiosamente, senza creare una forte esposizione finanziaria nel futuro, 239 prestiti per 382 milioni”. Scegliendo modalità di rinegoziazione che non aumentino l’indebitamento di lungo periodo e scegliendo le rinegoziazioni dei mutui con tassi di interesse più bassi, “il Comune avrà un vantaggio di 510mila453 euro, oltre a un allungamento dei tempi delle rate, il tutto va nel rafforzamento del piano di riequilibrio”. Il presidente della Commissione Bilancio Capasso è intervenuto per spiegare che la Commissione ha celermente esaminato la deliberazione ravvisando l’opportunità di rinegoziare i mutui senza aggravare il debito ai danni delle generazioni future ed ha sottolineato la necessità di rivisitare il Piano di Riequilibrio alla luce delle novità intervenute negli ultimi mesi. Gennaro Esposito (RD) ha chiesto di sapere di quanto incidano sulla rinegoziazione i debiti da contratti derivati che in alcuni casi sono stati truffe ai danni degli enti locali e ha preannunciato un ordine del giorno con il quale si chiede “di esaminare gli swap risalenti alle passate amministrazioni e, nel caso, di denunciarne le irregolarità. Moretto (Fratelli d’Italia) che, valutato che con la rinegoziazione si arriva al 2044, ha affermato che “così semplicemente si spalma il debito sulle future generazioni, mentre da qui a sei mesi nuovamente il piano di rientro mostrerà nuovamente la propria deficienza dovuta soprattutto alla mancata vendita patrimonio”. Dal canto suo, Palma ha invitato i consiglieri a valutare la delibera che riguarda la rinegoziazione dei mutui, utile a ridurre l’esposizione finanziaria dell’Ente, mentre sugli swap è possibile fare in Consiglio un lavoro di approfondimento. “Siamo in anticipo sul piano di risanamento”, ha aggiunto Palma, precisando che con l’imminente nuova riforma della finanza locale , che renderà obbligatoria la competenza potenziata” nei bilanci dei Comuni. “Tutte le amministrazioni si troveranno in difficoltà – ha concluso – tranne il Comune di Napoli che ha già varato e sta attuando velocemente il proprio piano di riequilibri”. Il Consiglio ha votato all’unanimità la proposta di Luongo di aggiornamento dei lavori. Le prossime sedute del Consiglio saranno decise, dalla Conferenza dei Capigruppo convocata per domani.