Fu Stefano Patriciello, fratello dell’europarlamentare Aldo Patriciello, e titolare della clinica di riabilitazione Neuromed di Pozzilli (Isernia), a mettere in contatto nella primavera del 2012 l’imprenditore legato ai Belforte Angelo Grillo, e il sindaco di Roccamonfina Maria Cristina Tari, arrestata questa mattina nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Napoli. Emerge dall’ordinanza di arresto emessa dal Gip Isabella Iaselli su richiesta dei pm Luigi Landolfi, Giovanni Conzo e Annamaria Lucchetta. Stefano Patriciello risulta indagato per il reato di corruzione con l’aggravante mafiosa. E’ la collaboratrice di Grillo, Alessandra Ferrante, anch’essa indagata, a raccontare agli inquirenti di numerosi incontri che Patriciello ha avuto con Grillo sulla questione appalti, in particolare di quello avvenuto presso un bar di Vairano Patenora, alla presenza dello stesso Grillo e di Patriciello, nel quale apprese da entrambi che avrebbe dovuto preparare “le carte per avere l’affidamento della raccolta rifiuti presso i Comuni di Roccamonfina e Pietravairano” in quanto “era già stato parlato” e sicuramente “avrebbero avuto l’assegnazione degli appalti in scadenza”; cosa che poi è effettivamente avvenuta. La Ferrante parla anche della visita fatta al Comune di Roccamonfina poco prima che l’appalto fosse affidato. “Io, Elpidio Baldassarre (indagato) e Sergio Luciani (arrestato), ci siamo recati a Roccamonfina; dopo un po’ di attesa siamo stati ricevuti dal indaco Tari, che chiamò l’assessore all’Ambiente e disse che la nostra azienda le era stata presentata dal suo caro amico Patriciello e che quindi era sua intenzione affidare direttamente alla società l’appalto di raccolta Rsu”. Anche in questo caso la contestazione dell’aggravante mafiosa a Patriciello è stata motivata dalla circostanza che il professionista non potesse non sapere dei legami di Grillo con i clan, vista la notizia uscita proprio in quel periodo (primavera 2012) sull’inchiesta della DDA che riguardava l’imprenditore.