“Dai lavori della seduta, da me richiesta, abbiamo preso atto che la Giunta ha messo in procedura una delibera sulla vertenza relativa all’Isve che da un lato, con la proroga del commissario liquidatore incaricato, dr. Fortunato Polizio, sana sul piano formale l’assenza di una responsabilità amministrativa, e che dall’altro avvia una ricognizione sulla possibilità di uno sbocco verso società regionali per i dipendenti, stranamente scomparsi dal piano industriale di Sviluppo Campania, redatto sulla scorta della legge 15/2013 che doveva interessare tutte le società regionali che si occupano di sviluppo e promozione”. Questo il commento di Antonio Marciano, vicecapogruppo regionale del Partito Democratico, dopo l’audizione della Commissione Speciale Controllo e Trasparenza sullo stato di difficoltà dei lavoratori di Isve, ente in house della Regione Campania in liquidazione. “Rimane fortemente critica la condizione di vita dei dipendenti dell’ente, ormai da 20 mesi senza stipendio né alcuna forma di sostegno al reddito, e costretti per giunta a lavorare in una sede, quella di via Vicinale Santa Maria del Pianto a Napoli, dove da due settimane manca anche la corrente elettrica, staccata per morosità”, aggiunge il consigliere. “Un dato più di tutti impone alla Giunta regionale scelte immediate: il quadro debitorio di Isve si appesantisce di 50mila euro al mese per gli ordinari costi di gestione, ed essendo in liquidazione non ci sono trasferimenti di attività e dunque entrate, a discapito della professionalità dei lavoratori e della loro utilità per la Regione. Se, infatti, nella relazione del commissario liquidatore di giugno i debiti maturati dall’Isve ammontavano a 2,9 milioni di euro, fondamentalmente legati al costo del lavoro, alle utenze, al fitto delle sedi, ad oggi il debito ha superato i 3,2 milioni di euro”, conclude Marciano.