Le “donne dell’Esodo” sono madri che portano in grembo i figli. Li allattano. Li proteggono. Li amano. E il legame filiale è indissolubile. Si contrappone all’orrore della guerra. E alle stragi di massa della povertà. Gli scatti, tutti rigorosamente in bianco e nero, del fotografo Giovanni Izzo illuminano l’amore, seppure su uno sfondo buio, senza colori. A voler dire, attraverso la forza delle immagini, che anche quando è notte fonda, tra stenti e violenza, c’è sempre una mamma, pronta a tutto, pure a morire, per stare accanto al proprio figlio, per offrirgli il suo seno, per salvarlo dalle atrocità del male, per tenere accesa la fiammella della speranza di vivere in un mondo migliore. Si dipana attraverso il filo concettuale e visivo dei “doppi” la mostra fotografica “Matres/Matres” di Izzo esposta al Museo Campano di Capua. Un viaggio in un mondo di emozioni contrastanti. La bellezza dell’amore materno; la bruttezza della fuga dai genocidi. La tristezza negli occhi di alcune mamme; la felicità di neonati e bambini che si fanno cullare e si “rifugiano” nelle braccia di chi ha donato loro la vita. Il passato di sangue e orrore; il presente di speranza e sogni. Il bene e il male. La vita e la morte. Il bianco e nero, appunto. Non a caso le atmosfere delle foto evocano i chiaroscuri di Caravaggio. Le opere, i capolavori, ci viene da dire, di Izzo resteranno alle pareti della sala delle Matres Matutae del Museo di Capua fino alla fine di gennaio. La mostra, inaugurata lo scorso 23 novembre alla presenza dell’ex ministro ai Beni culturali Massimo Bray, ha riscosso un grande successo. E’ stata allestita grazie all’impegno dell’associazione “CaserTerrae”, presieduta da Marinella Giuliano. Le componenti del sodalizio, tutte donne, hanno voluto fortemente questa iniziativa. Le Matres Matutae accanto alle Matres–donne dell’Esodo. Passato e presente per affermare la cultura dell’integrazione in un momento storico-politico in cui l’intolleranza e la xenofobia trovano terreno fertile nella crisi economica che in Italia, e soprattutto al sud, colpisce ampie fasce sociali. Le foto di Izzo prendono a schiaffi il razzismo e la discriminazione. E attraverso immagini suggestive aprono le porte all’accoglienza e alla fratellanza. Una mostra da non perdere.

Mario De Michele


L’ARTISTA Giovanni Izzo, affermatosi al Kodak Europen Gold Award come miglior ritrattista dell’anno 1996, ha partecipato alla Nuit European Des Musèes 2009. E’ autore delle copertine: «Castel Volturno reportage sulla mafia nigeriana» di Sergio Nazzaro – Einaudi 2013, «Il Vuoto Creativo» – Nicomp 2013, «L’altro mondo» di Marcello Fois – Einaudi 2014, «I Padroni di sabbia» di Salvatore Minieri – Spring edizioni 2014, docufilm «La baia» di Salvatore Minieri 2014. Si è occupato della supervisione alla fotografia nel film di Romano Montesarchio «Ritratti Abusivi» 2014. Ha collaborato con sue immagini alla pubblicazione di «Dal degrado alla bellezza» – Edizioni Scientifiche Italiane, Resurrezione – GeMar 2012. Ha pubblicato «Promised Land» – Federico Motta Editore 2010, «Faires in The Net» – l’Arca E l’Arco 2008. Ha ottenuto importanti riconoscimenti critici su «Il Fotografo Professionista», «Progresso Fotografico», «Photo International», «Photographies», «Dove», «Posh», «Bauwelt», «Mète». Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1978.

LA VIDEO-INTERVISTA A MARINELLA GIULIANO

 

LA VIDEO-INTERVISTA A GIOVANNI TUZIO

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui