Da un lato la necessità di accertare la verità su un fatto che, se provato, “sarebbe gravissimo e costituirebbe una brutta pagina per la nostra scuola”. Dall’altra lo sconcerto di ritrovarsi sui giornali per un episodio che rischia di mettere in cattiva luce “una scuola dove siamo molto attivi nelle iniziative per l’integrazione e che ora si ritrova sui media per un presunto caso di razzismo tutto da accertare”.

Maria Bianco, preside della scuola media Pietro Giannone di Caserta finita nell’occhio del ciclone per un presunto caso di discriminazione razziale da parte di un’insegnante nei confronti di un’ allieva di 12 anni figlia di immigrati, è al suo posto come tutti i giorni sin dalle 7. La visita dei giornalisti non la coglie di sorpresa: “Li leggo anch’io i giornali”, dice. E, pur invocando prudenza sull’esatta interpretazione di quella frase che sarebbe stata detta dall’insegnante per giustificare un voto più basso al compito di geografia, non nasconde l’amarezza per una storia che rischia di mettere in cattiva luce la sua scuola, una delle più note di Caserta. “Qualcosa è successo in quella classe – esordisce – anche se le espressioni usate non sono quelle riportate dalla stampa. Ci sono tre alunni di quella classe, tra loro anche la ragazza in questione, che mi hanno riferito quanto accaduto mettendolo anche per iscritto. Li ho risentiti anche il giorno dopo a mente fredda e hanno ribadito esattamente le stesse cose. Ma la versione della docente è un’altra: ecco perché, dinanzi a versioni contrastanti, saranno l’ufficio provinciale e quello regionale a chiarire quello che è accaduto con una ispezione”. La condanna dell’episodio non è in discussione: “Se fosse vero sarebbe gravissimo e l’insegnante se ne assumerebbe le responsabilità. La bambina? No, lei è serena, è una studentessa brillante. Naturalmente pensa di aver subito un’ingiustizia, ma ripeto, prima di arrivare a conclusioni affrettate è giusto prima fare chiarezza”. Rimane l’amarezza per una scuola finita nel ciclone: “Qui – si sfoga il dirigente scolastico – ci sono cinquanta bravi insegnanti che meriterebbero di finire sui giornali per i loro meriti didattici e per quanto di buono fatto, invece si parla di noi per un fatto ancora tutto da verificare. Questa scuola – conclude – non è razzista”.

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