Entro la primavera del 2016 la città di Napoli dovrebbe avere il suo primo impianto di compostaggio da realizzare nell’area nord, nel quartiere di Scampia. Questi i tempi ‘dettati’ dal sindaco Luigi de Magistris in occasione della presentazione del progetto ‘Scampia – dai rifiuti una rigenerazione della società’ presentato all’amministrazione comunale da un’Ati composta da Ceif, Tecton e Consorzio Gesco e finanziato da Banca Prossima, istituto del Gruppo Intesa San Paolo specializzato in economia sociale. Il Comune, a norma di legge, attraverso Asia l’azienda di igiene urbana, pubblicherà entro un mese un bando di gara europeo per l’esecuzione del servizio e, qualora non dovessero essere presentati progetti e offerte migliori, si procederà con l’assegnazione all’Ati. Il progetto – illustrato dal presidente Asia Raffaele Del Giudice – prevede la realizzazione di un impianto di tipo modulare composto da sei biodigestori in container per la produzione di biometano e due unità di stabilizzazione aerobica per la maturazione del compost. La struttura, da realizzare su una superficie di circa 33mila metri quadri posta alle spalle dell’isola ecologica di viale della Resistenza, avrà una capacità di 20mila 500 tonnellate annue pari a 60 tonnellate giornaliere di frazione umida, trasportate – si calcola – da 4-5 camion al giorno che attraverseranno l’asse mediano così da non creare disagi al territorio. L’impianto, completamente chiuso e dotato di biofiltri ”per mitigare eventuali odori”, produrrà 7500 tonnellate annue di compost ”di qualità – come evidenziato dall’assessore all’Ambiente Tommaso Sodano – che sarà impiegato per le aree verdi dell’area nord” e 1,3 milioni di Smc annui di metano che sarà immesso in rete e si valuta la possibilità di attivare un centro di erogazione per il parco automezzi di Asia. Il costo del progetto è di 14,6 milioni di euro, mentre il costo tariffario di conferimento da parte di Asia è di 100 euro a tonnellata ”a fronte dei 140 attuali”. Si prevede un risparmio nei costi di smaltimento per la pubblica amministrazione di oltre 800mila euro annui. – Innovazione non solo tecnologica, ma anche finanziaria per la realizzazione del primo impianto di compostaggio di Napoli da fare a Scampia. Il progetto è finanziato da Banca Prossima, istituto del Gruppo Intesa San Paolo, che ”per la prima volta” adotterà un nuovo strumento di Impact finance denominato TRIS (Titolo di riduzione di spesa). Il modello è un’evoluzione del SIB (Sociale Impact Bond) applicato per la prima volta in Inghilterra, in cui si prevedeva l’emissione di un bond remunerato con parte del risparmio di spesa pubblica realizzato attraverso l’iniziativa di imprese sociali. Nel caso napoletano – come spiegato – l’investitore privato o istituzionale non rischia il capitale che è garantito da Intesa San Paolo e, in caso di successo, la remunerazione dell’investitore è in linea con il rendimento dei titoli di Stato. Ma non solo. La realizzazione dell’opera, infatti, è ”aperta alla cittadinanza”. La banca – come spiegato – metterà sul mercato dei bond che i cittadini potranno acquistare. Tuttavia, qualora la società civile e i Terzo settore non dovessero rispondere, l’istituto bancario si è impegnato a garantire la cifra totale pari a 14 milioni di euro. ”Oggi – ha detto l’ad di Banca Prossima, Marco Morganti – a Napoli si apre una strada importante per il Paese e per il Terzo settore. La partecipazione dei cittadini allo schema, attraverso l’acquisto di un titolo sociale di nuova generazione – ha aggiunto – allarga ancora il senso comunitario di questa finanza”.

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