L’ex magistrato antimafia Antonio Ingroia difensore del “boss psicologo” di camorra Augusto La Torre: la circostanza è emersa ieri in Tribunale, a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), durante il processo in cui è imputato l’ex parlamentare di An e Pdl Mario Landolfi. La conferma è arrivata oggi dal suo portavoce Maurizio Sansone che spiega che la decisione deriva dallo status di collaboratore di La Torre. Ingroia, subito dopo aver giurato da avvocato nell’ottobre 2013 aveva detto: “Per coerenza con la mia storia non difenderò né mafiosi né corrotti”. La Torre è stato dall’inizio degli anni ’80 al 2003 capo del clan La Torre di Mondragone (Caserta) e referente dei Casalesi tra il territorio domizio e il basso Lazio; proprio nel 2003 il boss si pentì, ma poco dopo, come ha spiegato lui stesso ieri in videoconferenza, la protezione gli fu revocata per un’estorsione commessa ai danni dell’imprenditore della mozzarella Mandara; ha comunque mantenuto lo status di collaboratore. La Torre, detenuto ininterrottamente dal 1996, ha raccontato dei quaranta omicidi commessi personalmente, tra cui quelli di due sindaci, e del “regno del terrore” instaurato a Mondragone.

 

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