Un assedio. Che dura da mesi. E non dà tregua. L’istituto comprensivo “Giuseppe Ungaretti” di Teverola è finito di nuovo nel mirino dei ladri. Nella notte del 5 febbraio una gang si è introdotta nella scuola media di via Campanello e ha trafugato 16 computer portatili e altro materiale informatico. Si dirà: un episodio grave, ma purtroppo divenuto “normale” in particolare nelle province di Caserta e Napoli. Dalle nostre parti i raid negli edifici scolastici sono ormai il pane quotidiano di agguerrite e scatenate bande di malviventi. Ma l’istituto diretto dalla preside Adele Caputo “vanta”, suo malgrado, un record negativo che non ha eguali non solo in Terra di Lavoro ma probabilmente in tutta la Campania. Nel giro di nove mesi è stato bersagliato dai banditi per ben cinque volte. Il primo colpo è andato a segno nell’aprile 2014, l’ultimo (si spera non solo in ordine di tempo) l’altra notte. Per un bottino complessivo di 72 pc, 3 computer fissi, diverse stampanti e un proiettore. Nelle loro scorribande, i malviventi hanno colpito sia la scuola media che quella elementare. I due plessi sono a pochissima distanza l’uno dall’altro. Nella recente incursione del 5 febbraio hanno portato via 16 portatili nuovi di zecca. Con la solita tecnica, sono ormai degli habitué, hanno eluso senza problemi il sistema di allarme, si sono impossessati dei pc, per poi dileguarsi. Ma cerchiamo di ricostruire la lunga sequela di furti. Come dicevamo, la prima irruzione, peraltro quella più devastante, risale all’aprile dell’anno scorso. Bersaglio, anche allora, la scuola media. I banditi misero a ferro e fuoco l’edificio. Cassaforte forzata, porte divelte e pareti quasi abbattute con enormi fori. Un disastro. Il colpo fruttò ben 23 personal computer, stampanti e altro materiale didattico. Un mese dopo ci fu il bis. Stavolta fu presa d’assalto la scuola elementare. E anche in quel caso i malviventi fecero un colpaccio trafugando addirittura 30 pc. Per fortuna durante la pausa estiva e fino a ottobre 2014 l’istituto “Ungaretti” non riceve altre visite sgradite. Ma da novembre ritorna l’incubo dei furti. Tocca di nuovo alla scuola media, dove vengono rubati altri 3 computer portatili. Un mese dopo, nel periodo natalizio, i malviventi ritornano all’istituto elementare. Ma stavolta se ne vanno a mani vuote, perché nel frattempo la preside Caputo aveva provveduto, tramite l’utilizzo dei fondi Fesr, all’acquisto e all’installazione di un adeguato sistema di allarme, che infatti funzionò e impedì che il colpo andasse a segno. Il quinto e ultimo attacco, ci auguriamo che sia davvero l’ultimo, è scattato lo scorso 5 febbraio e, come detto, ha “fruttato” altri 16 portatili, stampanti e supporti multimediali. Per un totale di ben 75, tra pc e computer fissi, trafugati.

Una cifra da record. Negativo ovviamente. Che sta rendendo la vita impossibile alla preside e agli operatori scolastici con gravi ripercussioni sugli alunni. Dopo ogni colpo infatti si deve ricominciare daccapo. Bisogna riparare i danni, sistemare l’impianto elettrico e ricomprare le attrezzature informatiche. Soldi e disagi a go-go, insomma, per un istituto che è un fiore all’occhiello nel panorama formativo provinciale e regionale. Una situazione insostenibile, di fronte alla quale si registra l’indecente assenza dell’amministrazione comunale. In seguito all’ultimo furto, il sindaco Biagio Lusini non si è visto, né fatto sentire. Una latitanza totale. Inaccettabile. Non a caso da oltre un anno le telecamere della videosorveglianza sono fuori uso. E gli edifici che ospitano le elementari e le medie non sono stati mai messi in “sicurezza” dal Comune, nonostante le numerose sollecitazioni della preside Caputo. Già nel marzo 2014, il dirigente scolastico chiese all’amministrazione di intervenire in tempi rapidi per munire i due plessi di adeguati sistemi di allarme. In quel periodo il numero dei raid ai danni delle scuole cresceva in modo esponenziale. E i carabinieri di Teverola, che non hanno mai fatto mancare il loro apporto, segnalarono alla preside che gli istituti scolastici erano diventati “obiettivi sensibili”. Ma, nonostante le incessanti richieste di intervento formulate per iscritto e verbalmente dalla Caputo agli amministratori locali, da allora nulla si è mosso. Al punto che la preside, come abbiamo ricordato prima, ha dovuto correre ai ripari lei stessa per potenziare il sistema d’allarme della scuola elementare. Se non sono sufficienti 5 raid in 9 mesi, che cos’altro deve accadere affinché Lusini risolva il problema? Forse il sindaco vuole aggiudicarsi il “Premio di Comune d’Italia con più furti nelle scuole”. E di questo passo può battere anche il record mondiale.

Mario De Michele

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