La critica lo ha definito un film potente, etico, un vero e proprio atto d’accusa contro la ‘ndgrangheta ma ‘Anime nere’ non è un film di denuncia e neanche un film realistico. E’ un film-racconto, avvincente anche se a tratti molto cupo, che mette in scena un asciutto melò familiare. Il nuovo lungometraggio di Francesco Munzi, il terzo dopo ‘Saimir’ e ‘Il resto della notte’ , sarà proiettato al Duel Village domenica mattina 8 febbraio alle ore 10.45 nell’ambito del cineforum targato Caserta Film Lab. Liberamente tratto dell’omonimo romanzo di Gioacchino Criaco, il film è girato ad Africo, uno dei centri nevralgici della ‘ndrangheta calabrese, e racconta la vita senza scampo dei tre fratelli Carbone, figli di un contadino ammazzato quando erano bambini. Un film dai forti contrasti e di sicuro non facile che ha rischiato nel rappresentare personaggi, luoghi e storie quasi mai raccontati al cinema. Almeno fino ad ora. A metà tra ‘Fratelli’ di Abel Ferrara e ‘Rocco e i suoi fratelli’ di Luchino Visconti , Anime nere vanta un cast eccellente.

LA TRAMA

Leo, figlio irrequieto di Luciano, una notte spara alcuni colpi di fucile sulla saracinesca di un bar protetto da un clan locale, in quel di Africo nel cuore dell’Aspromonte. Una provocazione come risposta a un’altra provocazione. Un atto intimidatorio, ma anche un gesto oltraggioso che il ragazzo immagina come prova di coraggio e affermazione d’identità nei confronti del clan rivale e nei confronti del padre, maggiore di tre fratelli, dedito alla cura degli animali e dei morti, e lontano dalla cultura delle faide. I fratelli di Luciano hanno preso altre strade lontano da Africo, in una Milano permeata di affari criminali lungo la rotta della droga tra l’Olanda e la Calabria. Dopo la provocazione notturna, Leo deve e vuole cambiare aria, e raggiunge lo zio Luigi, il più giovane dei tre fratelli, spavaldo nel correre su e giù per l’Europa stingendo patti “commerciali” con cartelli sudamericani, e lo zio Rocco, ormai trapianto a Milano con aria e moglie borghese, arricchito proprio dai proventi di quei traffici internazionali. L’eco della bravata di Leo giunge in quel di Milano e risveglia la mai sopita attrazione per la vendetta, la faida in un misto di orgoglio represso dal benessere, o da esso alimentato sotto mentite spoglie. Il fratello maggiore infatti viene richiamato bonariamente dal boss del clan rivale, e umiliato nel suo essere uomo, primogenito, padre di famiglia. I fratelli si mettono in viaggio verso il loro Sud, la loro terra, sentendo il richiamo di una cultura antica, richiamo fatale a un destino immutabile che punta dritto verso la tragedia, senza scampo.

IL TRAILER

 

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