Cala il sipario sulla farsa delle primarie. Esclusi altri colpi di scena, è finita la pantomima sulla consultazione per scegliere il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione. Il gruppo dirigente campano del Pd sta raccogliendo le firme per convocare l’assemblea regionale. All’ordine del giorno il superamento delle primarie. Bisogna raggiungere almeno quota 60%. Lo statuto del partito demanda infatti all’assemblea la decisione di optare per il voto oppure indicare un candidato unitario, senza passare attraverso la consultazione di iscritti e militanti. E i numeri per evitare le primarie ci sono. Il “niet” di Roma a Vincenzo De Luca ha convinto anche i suoi supporter che non ci sono più margini di trattativa. Dopo gli incontro con Luca Lotti e Lorenzo Guerini, ai deluchiani sono stati prospettati due scenari: primarie senza l’ex sindaco di Salerno, oppure la condivisione di un nome unitario. Prendere o lasciare. Gli esponenti politici e istituzionali vicini a De Luca hanno scelto la seconda opzione. Le primarie con l’esclusione di De Luca si sarebbero trasformate in una corrida. Mentre l’indicazione di un nome che metta tutti d’accordo sarebbe una via d’uscita onorevole, anche per chi fino a ieri ha sostenuto a spada tratta l’ex primo cittadino salernitano. Con i voti dei deluchiani c’è la garanzia che l’assemblea di domani spazzerà via le primarie. Contro la consultazione si schiererà tutta la filiera renziana, della prima e seconda ora (Topo-Casillo-Caputo-Marrazzo), l’area Dem (Armato- Amato), i pittelliani di Laboratorio democratico, il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro e l’europarlamentare Massimo Paolucci. Gli unici favorevoli alle primarie sono i Giovani Turchi, sostenitori di Andrea Cozzolino, e i deluchiani “irriducibili” come Nello Mastursi. Tradotto in numeri, la percentuale dei contrari al voto dovrebbe sfiorare il 70% dell’assemblea. Ma chi sarà l’uomo della provvidenza? Al momento l’unico in grado di traghettare il Pd fuori dal guado è Gino Nicolais. Nei giorni scorsi la sua candidatura sembrava certa. Poi c’è stata una frenata. Ora i bookmakers lo danno di nuovo per superfavorito nella corsa alla presidenza della Regione. Non è ancora del tutto esclusa l’ipotesi di puntare comunque su Gennaro Migliore, nome gradito ai vertici nazionali. Ma sarebbe una soluzione politica difficilmente “giustificabile”: sarebbe complicato superare le primarie e poi indicare unitariamente uno dei candidati. Dalla sua Nicolais ha anche un altro vantaggio. Che potrebbe risultare determinante. La sua discesa in campo faciliterebbe di molto l’accordo con Ncd e Udc, sempre più distanti da Stefano Caldoro. Insomma, il sipario sulle primarie è calato. Ma nel Pd campano i colpi di teatro non mancano mai. E la farsa potrebbe anche continuare.
Mario De Michele