Inizia in via Matilde Serao la nostra inchiesta sullo stato di salute e di cura del territorio santantimese. Si tratta di una traversa, di via Dante Alighieri, percorrendo la quale ci si trova improvvisamente bloccati: due pilastri di cemento adagiati al centro della carreggiata impediscono il transito delle auto. Si prosegue a piedi, solo pochi passi e si arriva in una zona verde conosciuta come Bosco di Capezzo. Uno spettacolo per un territorio come questo, se non fosse per il fatto che viene utilizzato a mò di discarica. Quello che ci troviamo davanti, una volta giunti sul posto, non ci soprende poi tanto: cumuli di sacchi neri con scarti di materiale edile e chissà cos’altro, copertoni ammucchiati, plastica e bidoncini. Il tutto neanche troppo nascosto. Il bosco pare sia di un privato e alcune voci insistono sull’esistenza di progetti che prevederebbero la cementificazione anche di quest’area. Una delle poche aree verdi che ancora resistono alla furia del cemento sul territorio santantimese. A questo punto sorge spontanea la domanda: chi ha sistemato i pilastri di cemento per impedire l’accesso alla “mini discarica” ? Come fa l’amministrazione a non accorgersi di un tale scempio?Che responsabilità hanno i proprietari del fondo?E la ditta che raccoglie i rifiuti? Domande aperte a chi ha la responsabilità di un territorio e della salute di chi lo abita.

Luca Leva

 

 

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