L’ospedale Ascalesi, nel centro di Napoli, veniva utilizzato da un clan della camorra per summit, anche con esponenti di altre cosche, per custodire armi e droga, e per evitare controlli da parte delle forze dell’ordine e agguati da parte dei clan avversari. É quanto emerso dalle indagini eseguite da Carabinieri e Polizia di Stato che hanno portato oggi all’emissione di 54 misure cautelari. Ad utilizzare l’ospedale come base operativa era il clan FerraiuoloStolder, attivo nel centro storico. Tra gli arrestati figurano anche due vigilantes in servizio nell’ospedale, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. Gli inquirenti hanno anche ricostruito l’omicidio di Giovanni Saggese, cognato del boss Maurizio Ferraiuolo, e del tentato omicidio di Salvatore Del Prete, avvenuti il 21 maggio del 2012. In quella circostanza i sicari entrarono in azione approfittando della confusione generata dai festeggiamenti conseguenti alla vittoria del Napoli in Coppa Italia. Quando alcuni affiliati al clan portarono Saggese in ospedale, furono avvertiti dai vigilantes della presenza sul posto di esponenti del gruppo Del Prete-Mazzarella armati. I vigilantes convinsero i soccorritori di Saggese a portare il ferito altrove