In riferimento alla problematica relativa alla soppressione delle Province e al riordino delle funzioni, si precisa che la Giunta regionale della Campania ritiene non giusta la scelta del Governo di mettere in mobilità, senza contare il personale del mercato del lavoro e della polizia provinciale, più di 2100 dipendenti. La Regione Campania è tra quelle che in questi anni ha impugnato i provvedimenti che hanno via via previsto la soppressione parziale o totale delle Province con la “rottamazione” del rispettivo personale senza una idonea programmazione Con la recente sentenza 50/2015, la Corte costituzionale ha ritenuto infondate le questioni sollevate dalla Regione Campania, ma ha dovuto espressamente escludere le possibili applicazioni illegittime della legge Delrio procedendo a un’interpretazione del suo testo orientata al pieno rispetto della Costituzione. Ora è certo, sulla base di quanto deciso dalla Consulta su ricorso della Regione, che i comuni possono non solo entrare nella Città metropolitana di Napoli ma anche – se vogliono – uscirne e che, nel dare attuazione alla legge Delrio, non si deve dare applicazione a leggi già dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale (art. 9 del DL 98/2011), impropriamente – ma secondo la Corte non illegittimamente – richiamate dalla legge n. 56/2014. Sul versante del riordino delle funzioni delle Province, dopo che il Governo ha cambiato strategia e dal dimezzamento delle Province è passato al dimezzamento del loro personale, la Regione Campania ha impugnato i commi della legge di stabilità 2015 /legge 190/2014) che intenderebbero imporre alle stesse di mettere in mobilità la metà del loro personale e alle Regioni di ridisciplinare le funzioni non fondamentali già delle Province, in lesione dell’autonomia organizzativa dei nuovi enti di area vasta e dell’autonomia regionale di disciplina e allocazione delle funzioni amministrative in applicazione dei principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione. Infine, per le medesime ragioni, è stato anche sollevato il conflitto di attribuzione nei confronti della circolare n. 1/205 (Madia-Lanzetta) contenente le linee guida, tra l’altro, in materia di procedure di mobilità del personale provinciale. Si precisa altresì che il Governo, dopo aver previsto con la legge Delrio che ai fini del riordino delle funzioni si dovesse tener conto delle risorse umane e finanziarie precedentemente destinate al loro esercizio (e si è conseguentemente accordato con le Regioni per la concreta individuazione delle risorse medesime con l’intesa dell’11 settembre 2014), successivamente, con la legge di stabilità 2015, ha unilateralmente deciso, in violazione dell’accordo sottoscritto con tutte le Regioni, di statalizzare le risorse finanziarie già necessarie a pagare gli stipendi del 50% del personale delle Province, scaricando sulle Regioni l’onere di provvedere ad un riordino senza più le risorse, e rendendo così di fatto inapplicabile la legge Delrio. Le Regioni dovranno destinare allo scopo risorse proprie, ma senza determinare nuovi o maggiori oneri per le finanze pubbliche (come impone la legge Delrio). Ciò in Campania è reso particolarmente difficile, in considerazione del fatto che la Giunta Caldoro ha dovuto approvare un Piano di stabilizzazione finanziaria (assentito dal MEF) per contrastare il dissesto ereditato dalla Giunta precedente. Piano che prevede, tra l’altro, una sostanziosa riduzione del suo organico. Infine, si precisa che la mobilità del personale della ex Provincia di Napoli, per le funzioni di competenza regionale, riguarda 70 unità complessive, e non centinaia.