”La richiesta di fermare tutte le procedure di chiusura dei servizi Asl a Sant’Anastasia è il risultato della specifica audizione promossa nella commissione trasparenza regionale, e risponde ad una sostanziale assenza di motivazioni valide dell’azienda sanitaria. Il trasferimento in comuni limitrofi di servizi essenziali come il 118, la guardia medica, la farmacia e varie unità operative, non risponde a nessuna esigenza di spending review, visto che si prevede l’utilizzo di locali privati con nuovi fitti passivi da affrontare. Non si evidenzia alcun principio di razionalizzazione della spesa, semplicemente si elide il diritto alla salute di migliaia di cittadini”. Lo afferma in una nota il consigliere regionale del PD Antonio Amato intervenendo sulla questione della possibile chiusura dei presidi dell’ASL3 da Sant’Anastasia. ”Con il consigliere Casillo siamo già intervenuti in passato sulla questione in consiglio regionale con un question time, a cui la giunta aveva risposto in modo evasivo e inefficace. Attraverso il gruppo comunale del Partito Democratico, con i consiglieri Raffaele Coccia, Antonio De Simone e Peppe Maiello, abbiamo raccolto le preoccupazioni e le denunce dell’intera cittadinanza, e, approfondendo la questione, quella della chiusura si è palesata come una scelta immotivata e infondata. Abbiamo allora interessato anche la commissione trasparenza, e insieme alla presidente Giulia Abbate e alla consigliera Angela Cortese si è indicata la necessità di bloccare l’intera procedura di chiusura e trasferimento dei servizi, richiedendo al contempo tutta una serie di approfondimenti documentali che, nel caso, siamo pronti a portare fino alla corte dei conti. Si evidenzia» continua Amato «una sostanziale opacità delle procedure adottate, e soprattutto l’assenza di motivazioni valide ad un trasferimento comunque oneroso e che colpisce un’intera comunità. Al momento, dunque, grazie a questi interventi in regione, si può dire scongiurata la chiusura dei presidi sanitari dal comune di Sant’Anastasia”, aggiunge il consigliere regionale Pd. ”Ma continueremo la nostra battaglia politica, sia a livello locale che regionale perché venga definitivamente abbandonata questa ipotesi malsana e, soprattutto – conclude – sia salvaguardato il diritto alla salute di tutti, e non si tutelino, piuttosto, gli interessi di pochi”.

 

 

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