Un detenuto nel carcere di Poggioreale a Napoli si è ucciso la notte scorsa impiccandosi con un accappatoio nel bagno della sua cella. La notizia è stata resa nota dal Sappe, Sindacato di polizia penitenziaria. L’uomo, G.I, 51 anni, di Afragola si era già reso protagonista, in precedenza, di atti di autolesionesimo. “Il pur tempestivo intervento dei compagni di cella e dei poliziotti penitenziari non ha potuto impedire che l’uomo mettesse in atto il tragico gesto” afferma il segretario del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, Donato Capece. “In un anno la popolazione detenuta in Italia è calata di poche migliaia di unità – aggiunge Capece – il 30 aprile scorso erano presenti nelle celle 53.498 detenuti, che erano l’anno prima 59.683”. Per il Sappe “la situazione nelle carceri italiane resta ad alta tensione: ogni giorno, i poliziotti penitenziari nella prima linea delle sezioni detentive hanno a che fare, in media, con almeno 18 atti di autolesionismo da parte dei detenuti, 3 tentati suicidi sventati dalla Polizia Penitenziaria, 10 colluttazioni e 3 ferimenti”. “Il suicidio costituisce solo un aspetto di quella più ampia e complessa crisi di identità che il carcere determina, alterando i rapporti e le relazioni, disgregando le prospettive esistenziali, affievolendo progetti e speranze – conclude il segretario del sindaco degli agenti di Polizia penitenziaria – la via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere”

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