Alla fine Gabriele Zitiello non è stato eletto nel consiglio provinciale di Caserta. Come anticipato ieri da Campania Notizie l’allarme era scattato nella notte precedente al voto del 12 maggio. Nel corso di un confronto serrato si sono contrapposti i gruppi Stellato e Graziano, da un lato, e quello Marino dall’altro. I seguaci del consigliere comunale Pd di Caserta esigevano il rispetto degli accordi sui candidati al consiglio provinciale che le tre anime del partito avrebbero dovuto sostenere e far eleggere. Marino e company hanno accusato la componente Graziano-Stellato di aver blindato Angelo Sglavo (rieletto) e “mollato” Zitiello, espressione dell’area Big Bang, . Il team del consigliere comunale della città capoluogo aveva anche “minacciato” di non sostenere più Graziano nella corsa alle regionali in caso di mancata elezione di dell’ex sindaco di San Marco Evangelista. Ora cosa accadrà? Nel gruppo ci sono estremisti e moderati. C’è chi vorrebbe andare fino in fondo e arriva alla frattura. E chi invece tenta di spegnere il fuoco delle polemiche. Ma la verità è un’altra. Gli esponenti dell’area Marino ha dimostrato ancora una volta di contare poco o nulla. Di essere solo chiacchiere e distintivo. I primi a lasciare a piedi Zitiello sono stati proprio loro. Come ha supportato, in termini di voti, Carlo Corvino? Cosa ha “dato” Gennaro Falco, con il fratello candidato con Fi? Forse, e diciamo forse, solo Marino ha offerto un piccolo contributo. Troppo facile scaricare la colpa su Graziano e Stellato. Il giochetto dei renziani della prima ora era chiaro. Speravano di far eleggere Zitiello con i voti degli altri per poi “accreditarsi” il successo. Chiamali fessi. Però il giochetto non ha funzionato. E l’area Marino si è confermata aria. Fritta.
Mario De Michele