Per la prima volta a Napoli un bene confiscato alla criminalità è stato intitolato alla memoria di una vittima innocente di criminalità. Da oggi infatti, in via Gabriele Manthonè, nel centro di Napoli, c’è il Circolo Operatori Polizia di Stato dedicato a Giuseppe Riccio, ucciso il 17 dicembre 2005 da una banda che fece irruzione, con spranghe di ferro e mazze da baseball, nella pizzeria ‘Donna Amalia’ di Calata Capodichino.
A ricordare, il sacrificio del giovane una targa su cui è inciso il suo nome. L’immobile, sequestrato e confiscato a Pasquale Esposito, è stato conferito al Consorzio S.O.L.E e assegnato all’Associazione Cops (Circolo operatori Polizia di Stato). “Questa giornata ha detto Maria Ferrone, la vedova di Giuseppe mi inorgoglisce e mi aiuterà a spiegare a mio figlio chi era suo padre e i valori per cui è morto. Ma ha aggiunto ancora oggi a dieci anni da quel terribile giorno, lo Stato non ha ancora riconosciuto mio marito come vittima innocente di criminalità anche se lui ha dato la vita per il titolare e per Napoli”. Riccio aveva 26 anni e un figlio di undici mesi. Il centro sarà una palestra e consentirà la realizzazione del progetto ‘Lo sport metafora della società civile’ finalizzato all’affermazione della cultura della legalità e all’assistenza dei minori disagiati. Proprio ai giovani è dedicato il progetto con l’obiettivo di “offrire all’interno della struttura attività formative, ludiche, ricreative che siano di sostegno alla quotidianità”. In particolare, il progetto mira a offrire un momento di interazione tra gli operatori della Polizia di Stato e i cittadini con iniziative che coinvolgano i cittadini, le scuole e le associazioni. “Oggi ha affermato il sindaco della Città metropolitana di Napoli Luigi de Magistris restituiamo al territorio e alla gente per bene un bene sottratto alla criminalità e lo facciamo insieme alle forze dell’ordine. Questa ha proseguito è la strada da seguire e queste testimonianze servono non solo a non dimenticare, ma anche a sostenere le famiglie che non sentono di aver ricevuto la giustizia che speravano”. Alla cerimonia, tra gli altri, il Prefetto di Napoli Gerarda Pantalone, il questore Guido Marino, Geppino Fiorenza di Libera e i rappresentanti della Fondazione Polis e del coordinamento dei familiari delle vittime innocenti.