La Suprema Corte di Cassazione presso la prima sezione penale del Tribunale di Roma ha confermato la condanna all’ergastolo per Mario Buono, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio di Attilio Romanò , vittima innocente di camorra, ucciso il 24 gennaio 2005, in un negozio di telefonia di Capodimonte, a Napoli, durante la cosiddetta prima faida di Scampia. La Cassazione ha disposto anche il rinvio a giudizio in Corte d’Appello per il giovane boss superlatitante Marco Di Lauro, ritenuto il mandante dell’agguato. Al momento della lettura della sentenza, in aula erano presenti i familiari di Attilio (la mamma Rita Carfora, la moglie Natalia Aprile e la sorella Maria), l’avvocato di parte civile della famiglia, Paolo De Angelis, l’avvocato di parte civile della Regione Campania, Alba Di Lascio, delegata dall’avvocato Anna Gulli. Presente anche Susy Cimminiello, sorella di Gianluca, anch’egli vittima innocente della criminalità, in rappresentanza del Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità, Geppino Fiorenza e Tiziana Apicella, rispettivamente presidente del Comitato Scientifico e responsabile dell’Area Vittime della Fondazione Polis della Regione Campania, una delegazione di Libera, con il referente regionale del Lazio Ferdinando Marcello Secchi e alcuni volontari. “Apprendiamo con favore la condanna definitiva all’ergastolo per l’esecutore materiale dell’omicidio Romanò e attendiamo che la giustizia completi il suo iter, ribadendo tutta la nostra vicinanza e il nostro sostegno ai familiari di Attilio”, ha commentato, in una nota, la Fondazione Polis, organismo della Regione Campania che si occupa del riutilizzo dei beni confiscati e di fornire aiuto alle vittime innocenti della criminalità.