RECALE. In vista della seduta del Consiglio comunale per l’adozione delle tariffe TARI per il 2015, il Comitato cittadino nato in seguito alle proteste suscitate dalle bollette dello scorso anno gioca d’anticipo protocollando un dettagliato documento indirizzato al sindaco di Recale Patrizia Vestini, agli amministratori e ai gruppi consiliari. Pur riconoscendo che nel corso degli incontri con il Comitato, l’ultimo dei quali si è svolto il 4 giugno scorso, l’assessore alle finanze Vincenzo Piscitelli ha accolto buona parte delle proposte di “Tari da rifare”, il documento si sofferma sulle zone d’ombra ancora presenti e avanza alcune precise rivendicazioni. «Nell’ipotesi di delibera che ci è stata illustrata – commenta Michele Lasco, del comitato “Tari da rifare” – sono state corrette molte degli spropositi più clamorosi che abbiamo denunciato nelle tariffe dello scorso anno. Grazie ai nostri suggerimenti, 93 famiglie su cento riceveranno bollette più leggere: nella ripartizione della spesa totale la componente fissa, il cui calcolo dipende dalle dimensioni dell’abitazione, è stata portata dall’11,7% al 40%, mentre quella variabile, che è legata al numero di componenti del nucleo familiare, è scesa dall’88,3 al 60%. Questo significa alleviare considerevolmente il carico delle famiglie più numerose, che nel 2014 si sono trovate a dover pagare bollette davvero astronomiche. Inoltre, dopo le nostre segnalazioni, sono state ‘ritrovate’ ben 197 utenze che non risultavano nel calcolo delle tariffe dello scorso anno». Nonostante le correzioni apportate, però, secondo il Comitato resta ancora lontano l’obbiettivo di rendere equo e sostenibile il carico tariffario. «Secondo noi – prosegue Lasco – il peso che grava sulle famiglie può essere ridotto ancora, e scendere fino al 90% del totale, per rendere le bollette pagate da imprese e negozi paragonabili a quelle dei cittadini. Attualmente alcune categorie merceologiche, in termini assoluti, pagano ancora cifre irrisorie. Cito fra i tanti la categoria che comprende due distributori carburanti, una palestra, un impianto sportivo e due scuole di ballo: tutti insieme pagano in totale la metà di una famiglia con 4 figli. Infine bisogna affrontare la preoccupante tendenza all’aumento dei costi del servizio, indice di una maggiore produzione dt rifiuti e di una peggior qualità della raccolta differenziata: siamo fermi a un deludente 54,17% e al 176° posto in Campania nella graduatoria dei Comuni che non raggiungono il 65% di differenziata, come risulta dal rapporto finale di Legambiente sui “Comuni Ricicloni 2015”. Chiediamo all’assise cittadina – conclude Lasco – di valutare con attenzione le nostre proposte e di deliberare con ponderazione e obbiettività, perché non è ammissibile affrontare di nuovo con leggerezza e superficialità una questione che incide nella carne viva dei cittadini di Recale».