“Le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia confermano l’allarme ripetutamente lanciato da SEL in questi anni sui rischi di penetrazione camorristica in settori cruciali dei lavori pubblici in Campania in assenza di una gestione pubblica, trasparente e partecipata. I 13 arresti della Dda di Napoli, peraltro, seguono di poche settimane quelli effettuati per i lavori di metanizzazione in importanti comuni. E’ evidente la crescente saldatura tra il malaffare e le modalità di promozione di personalità e forze politiche che intrecciano ricerca del consenso ed interessi economici perseguiti con pratiche del tutto opache”. Lo scrive in una nota il coordinamento regionale campano di SEL. “In una regione come la Campania – prosegue la nota – caratterizzata da altissimi tassi di disoccupazione, l’intreccio politica e malaffare pone un’ipoteca pesante sullo stesso processo di competizione, politica, istituzionale e democratica. In particolare SEL sottolinea che l’indagine riguarda gli acquedotti in gestione diretta da parte della Regione, formalmente pubblici ma, di fatto, gestiti con modalità tali (la cosiddetta “ somma urgenza” ) che decine di milioni di euro sono stati impegnati con totale discrezionalità a vantaggio del connubio tra imprese private malavitose, pubblici funzionari e politici conniventi”. “Questa situazione è figlia legittima di cinque anni di governo Caldoro e dimostra che forse non è un caso che la Campania sia l’unica Regione a rischio di commissariamento da parte del Governo per non aver prodotto la legge di riforma del settore idrico cui era tenuta, insistendo, anzi, nella creazione di strutture “straordinarie” e antidemocratiche come la cosiddetta “struttura di missione” giustamente cancellata dalla Corte Costituzionale”. “È una situazione che il PD e De Luca non possono sottovalutare atteso, tra l’altro, che tra gli arrestati, figura l’ex parlamentare dell’Udeur Tommaso Barbato, candidato non eletto alle ultime elezioni regionali nella lista del presidente ‘Campania Libera’ Ora che Barbato si trova nella lista degli arrestati in un’inchiesta per camorra, appaiono dunque più che mai fondate, le preoccupazioni espresse e le critiche mosse dalla lista Sinistra al Lavoro sul rischio che comportava la presenza dei cosiddetti impresentabili a sostegno dell’allora candidato a presidente della Regione. Adesso che, anche con quei voti, De Luca è stato eletto, ammetta di aver sbagliato a fare accordi elettorali con certi personaggi e chieda scusa ai Campani”. Si faccia una commissione d’inchiesta che, ai sensi dell’art. 44 dello Statuto della Regione, accerti cosa è avvenuto nella gestione dell’Ato e della Gori, anche sugli appalti, sulle assunzioni, sulle consulenze. Si scoperchi davvero quella che rappresenta una vera e propria truffa perpetrata ai danni dei cittadini, supportata dall’idea, rivelatasi nella maggior parte dei casi errata, che il privato sia più efficiente. Si dica con chiarezza quali sono le perdite accumulate e quali risorse pubbliche sono state utilizzate”. “Alla luce di quanto avvenuto – è la conclusione della nota – è necessario più che mai, al fine di sottrarre al malaffare la gestione dell’acqua una vera ripubblicizzazione e SEL mette, a tale scopo, a disposizione del dibattito pubblico il ddl Gestione del servizio idrico integrato – Costituzione dell’Azienda speciale regionale ‘Sistemi Idrici Regione Campania (SIRECA) ed organizzazione territoriale del servizio idrico integrato, presentato in campagna elettorale, come base di discussione per la rapida realizzazione nella nostra regione del servizio idrico integrato, gestito, in conformità con la vigente normativa comunitaria e nazionale con criteri di efficacia, trasparenza, equità sociale, solidarietà e nel rispetto del diritto all’acqua potabile e sicura e ai servizi igienici come un diritto umano essenziale al pieno godimento della vita”.