Fermo restando che “dal quadro inquisitorio emerge che resta una narrazione dell’accusa e non ancora la verità, la diffusa compromissione tra politica ed affari” appare “strano, che queste stesse illecite consonanze, pur riguardanti società partecipate della Regione (Gori, Arcadis)” con il coinvolgimento di “consiglieri, assessori, commissari e funzionari”, siano caratterizzate “dall’assordante silenzio di colui che fu il governatore dell’ente. Esistono responsabilità politiche, esiste un superficialità nella gestione della Regione?”. Lo scrive su Facebook il senatore Vincenzo D’Anna, vicepresidente del gruppo Gal, a proposito dell’inchiesta sui presunti rapporti tra clan dei Casalesi, settori dell’imprenditoria, della politica e della pubblica amministrazione. Politicamente, prosegue D’Anna, “finora tutto era stato coperto dalla menzogna che Nicola Cosentino fosse il riferimento politico dei clan ed i suoi pochi amici rimasti ritenuti degli ‘impresentabili’. Ora che gli stessi magistrati della DDA stanno individuando l’intreccio politico e affaristico nonché la completa estraneità a tutte le collusioni del Cosentino, cosa si aspetta a renderlo libero come coloro che con ben altri ipotizzati carichi penali godono della liberta?”.