“Non mi pare che ci sia un riscontro diretto sull’attività amministrativa della Giunta, non sono atti formali e diretti della Giunta”. Stefano Caldoro, capo dell’opposizione in Consiglio regionale della Campania, parla così dell’inchiesta che vede coinvolti, tra gli altri due ex assessori della sua Giunta, Fulvio Martusciello e Pasquale Sommese. “Da quello che leggo – dice rispondendo ai giornalisti – mi sembra che ci sia più un’azione di responsabilità indiretta, sempre inerente al ruolo politico questo è ovvio, ma non legato strettamente agli atti diretti o formali dell’attività amministrativa propria della Giunta regionale”. Ribadisce di essere garantista e di avere “fiducia nel lavoro della magistratura” e si dice “certo che le persone coinvolte sapranno chiarire il proprio ruolo”. Caldoro ha sottolineato che tutte le persone coinvolte, “anche l’europarlamentare del Pd Nicola Caputo e Lorenzo Diana hanno chiesto di essere ascoltati dalla magistratura”. Per l’ex governatore della Campania, gli avvisi di garanzia “sono a tutela dell’indagato stesso perché se richiamato da terze e quarte persone nell’ambito di un’inchiesta, è una garanzia ascoltarlo”. E stigmatizza “l’abitudine che si ha in Italia” di considerare un avviso di garanzia come “se fosse un processo già concluso con una condanna”. “Invito alla prudenza – aggiunge – e vediamo come stanno le cose”. “Il potere di infiltrazione dei poteri criminali camorristici è fortissimo – prosegue – E quindi a maggior ragione le inchieste devono essere viste come un elemento di chiarimento perché così la fase di indagine”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui