Prima il rinvio della seduta della giunta parlamentare dedicata al caso con una proposta di integrazione della documentazione processuale e poi l’annullamento dell’ordinanza che disponeva la misura degli arresti domiciliari fermo, ovviamente, l’iter preventivo ed autorizzativo, per la qualità di parlamentare, appena avviato dalla camera dei deputati a cui appartiene. Questi gli esiti, a livello istituzionale e giudiziario, della vicenda che vede coinvolto l’ex sindaco e deputato, Carlo Sarro (ha rimesso tutti gli incarichi, imputato per turbata libertà degli incanti (353 codice penale) ovvero presunto condizionamento di alcune gare di servizi idrici in qualità di presidente dell’ambito Sarnese-Vesuviano nel quadro dell’inchiesta “Medea” avviata e coordinata della direzione investigativa antimafia (DIA). L’annullamento del provvedimento giudiziario a carico del parlamentare cambia lo scenario all’esame della prima riunione giunta per le autorizzazioni a procedere e di fatto ne blocca l’iter. Prima della decisione del Riesame la seduta della giunta per le autorizzazioni era stata aggiornata perché i componenti (relatore Di Lello che ha ricostruito il quadro dell’inchiesta focalizzando l’attenzione sulla posizione del parlamentare matesino) avevano chiesto un’integrazione degli atti alla magistratura inquirente. Pur rilevando “la gravità del caso” ha sottolineato Di Lello “la documentazione contenuta nell’ordinanza appaia carente, con particolare riferimento ai verbali Pag. 12 degli interrogatori e alle intercettazioni, di cui sono riportati solo alcuni passaggi. Al fine di consentire un compiuto esame della vicenda, sarebbe opportuno disporre degli atti del procedimento penale che possano consentire di meglio delineare, tra l’altro, il rapporto tra la G.O.R.I. S.p.a. e l’ATO3 «Sarnese-Vesuviano», nonché i rapporti tra il Sarro e gli imprenditori vincitori delle due gare, che risultano coindagati”. Da qui “l’opportunità (rimessa alla giunta ndr) di richiedere all’Autorità giudiziaria la trasmissione di ulteriori documenti”.
Il relatore ha anche specificato in dettaglio cosa acquisire, sollecitato da alcuni membri della giunta: “ E’ necessario- ha aggiunto il relatore- disporre dei verbali integrali degli interrogatori e delle intercettazioni indicati nella terza sezione dell’ordinanza, con specifico riferimento alla posizione di Carlo Sarro” oltre all’ opportunità di “acquisire tutta la documentazione che consenta di ottenere maggiori dettagli sullo svolgimento della gara d’appalto che si assume essere stata turbata, sulla commissione aggiudicatrice, sui rapporti tra il Consorzio ATO3 «Sarnese-Vesuviano» e la G.O.R.I. S.p.a., sul ruolo di Carlo Sarro in relazione ad entrambi gli enti, nonché sui rapporti tra quest’ultimo e le società vincitrici della gara” ha concluso Di Lello per cui il presidente La Russa ha proceduto al rinvio per “richiedere al Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli la trasmissione alla Camera della documentazione indicata dal relatore”. Proposta votata all’unanimità con l’unico voto di astensione del rappresentante del movimento 5 Stelle. Da rilevare che il giudice richiedente- nel trasmettere l’ordinanza alla Camera dei deputati il 14 luglio- ha comunque precisato che, ove richiesto, trasmetterà gli atti depositati dall’Ufficio di Procura”. Cosa che si è verificata. La giunta per le autorizzazioni “deve pronunciarsi per il diniego dell’autorizzazione richiesta solo ove vi riconosca un intento persecutorio, nelle accezioni che tale espressione ha assunto nella prassi applicativa delle Camere” ha messo in luce Di Lello nel suo intervento in qualità di relatore. Ma ovviamente con l’annullamento dell’ordinanza da parte del Riesame l’iter alla Camera non proseguirà.
Michele Martuscelli