“La tragedia di domenica, relativa alla morte del bracciante del Burkinafaso, e al ferimento grave di altri operai, ad opera di un pirata della strada, è l’ennesima rappresentazione dell’illegalità del lavoro nelle nostre campagne. Questi infelici si arrangiano per raggiungere il posto di lavoro con ogni mezzo e sempre in cattività e accettano gli sfruttamenti del caporalato e l’umiliazione degli abusi di ogni genere”. Si è espressa così Camilla Bernabei, Segretaria Generale della Cgil Caserta, in seguito alla recente tragedia legata al triste fenomeno del lavoro nero nelle campagne, che ha colpito un gruppo di lavoratori agricoli del Burkinafaso che tornavano a Casal di Principe in bici da un campo della periferia di Capua. In pieno giorno, infatti, un’auto ha invaso la corsia dei lavoratori provocando la morte di uno di essi e il ferimento di altri due, uno dei quali lotta tra la vita e la morte. Con la campagna di raccolta di pomodori, entrata nel vivo, aumentano i fenomeni di lavoro nero, di caporalato, di condizioni di vita precarie. La lotta per la sopravvivenza dei disperati che si aggrappano anche al minimo del guadagno, non termina con il finire del lavoro, ma prosegue lungo il tragitto che dovrebbe portare a quel minimo di serenità e riposo verso casa. “In questo caso parliamo di tre lavoratori senza contratto. – ha dichiarato Tammaro della Corte, segretario FLAI di Caserta – Come CGIL e FLAI Caserta siamo convinti che l’accaduto non può essere relegato a un semplice fatto di cronaca ma è un segnale di come il mercato agricolo sia permeato da illegalità di ogni genere, cosa che da anni denunciamo a tutti i livelli. Si innesca così una logica perversa che porta a decidere tra due mali, ovvero se essere sfruttati anche dal caporale oppure rischiare di morire investiti. A questa tragedia rispondiamo rimanendo sempre al fianco dei lavoratori e, nello specifico, ribadiamo ancora di più la vicinanza e la collaborazione con la comunità burkinabè di Casal di Principe, denunciando qualsiasi forma di sfruttamento e ingiustizia”.