Raffaella Pignetti usa il pugno duro. Il presidente dell’Asi Caserta ha proposto, come da statuto, la decadenza del presidente del Consorzio Sannio Alifano, Pietro Cappella, e del sindaco di Piedimonte Matese, Enzo Cappello, dal consiglio generale per tre assenze consecutive non giustificate (in verità dell’elezione dei nuovi vertici sono sempre stati assenti). La decadenza di Cappello e Cappello è stata votata dall’assemblea. Al loro posto entreranno nel consiglio generale dell’Asi due nomi indicati dal Consorzio Sannio Alifano (per sostituire Cappello) e dal comune di Piedimonte (che subentrerà al sindaco Cappello. La decadenza dei due ormai ex membri dell’assemblea Asi è scattata anche alla luce del protocollo sottoscritto con Autorità nazionale anticorruzione, presieduta d a Raffaele Cantone, impone il rispetto di tutti i parametri del regolamento e dello Statuto del Consorzio. Prima di proporre la decenza di Cappella e Cappello, la Pignetti li ha invitati a presentare la “giustifica” delle assenze che non è mai stata protocollata. E il presidente dell’Asi non ha esitato a far rispettare le norme regolamentari e statutarie. Sotto il profilo politico sorge una domanda che riguarda le dinamiche interne al Pd: ma se Enzo Cappello, come dicono i dissidenti, ha appoggiato Stefano Graziano alle regionali e la Pignetti è considerata emanazione del presidente regionale dei dem, come mai il primo cittadino di Piedimonte non è stato “salvato”, visto che è la prima volta nella storia dell’Asi che si procede alla decadenza di un componente del consiglio generale? Qualcosa non torna.
Mario De Michele