Il plenum del Csm ha bocciato i decreti del presidente del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Maria Rosaria Cosentino, che aveva respinto le domande di permanenza in servizio nel periodo feriale per 30 magistrati. Secondo iò Csm quelle domande dovevano essere accolte. Dice il consigliere laico Antonio Leone, avvocato penalista pugliese che si era associato all’emendamento Cananzi: «Questa decisione crea una situazione paradossale, che può consentire ai magistrati, facendo la somma, di fruire di 60 giorni di ferie restando fuori dall’ufficio». Tutto parte dalla contestata legge del governo Renzi, che ha ridotto da 45 a 30 i giorni di ferie dei magistrati. In teoria, dovrebbero farle quando i tribunali sospendono le udienze nel cosiddetto «periodo feriale» concentrato ad agosto. A marzo, una circolare del Csm ha precisato che, per esigenze personali, i magistrati, come tutti gli altri lavoratori dipendenti, possono anche spalmare le ferie in altri periodi dell’anno. Ad agosto, resta l’obbligo minimo di 15 giorni di ferie. Con due cosiddetti «periodi cuscinetto». Cosa sono? Per preparare sentenze, scrivere provvedimenti, studiare udienze prima e dopo il periodo feriale, il Csm ha stabilito la possibilità di concedere ai magistrati una decina di giorni di servizio a casa, ripartiti a luglio e settembre. Nel provvedimento del presidente Maria Rosaria Cosentino si indicano i giorni dei «periodi cuscinetto»: 20-25 luglio e 3-8 settembre. In questi periodi, i magistrati, restando in servizio, possono stare anche a casa per studiare e scrivere. Al presidente, sono arrivate 40 domande di «cuscinetto soggettivo». In trenta casi sono state respinte, perché immotivate.