Nooo!!! È impossibile!!! La doppia esclamazione è scattata quando abbiamo scoperto che, udite udite, Equitalia ha pignorato l’indennità di carica ad uno dei revisori dei conti di Orta di Atella. A finire sotto la scure dell’agenzia di riscossione è Tommaso Di Palo che ha accumulato un debito addirittura di quasi 100mila euro. Nei giorni scorsi Equitalia ha notificato al Comune l’atto di pignoramento dei “crediti verso terzi” per riscuotere 11.700 euro spettanti a Di Palo nella sua qualità di componente del collegio contabile. Per la precisione il revisore dei conti deve sborsare ben 94.965 euro. E per estinguere una parte del debito dovrà rinunciare all’indennità di carica. Il Comune infatti è tenuto a versare direttamente nelle casse di Equitalia la somma pignorata a Di Palo. Una vicenda incredibile se non si trattasse di Orta di Atella, dove tutto è possibile. E dove la fantasia supera la realtà. Di Palo dovrebbe tenere sott’occhio i conti pubblici. Fare in modo che le casse comunali non vadano in rosso. E sarà pure bravissimo a svolgere il suo lavoro (pubblico). Ma stando alla richiesta di Equitalia non sarebbe un granché a gestire le proprie risorse (private). Fu proprio lui uno dei revisori che si rifiutò di dare il via libera al conto consuntivo 2013 perché il Comune, a detta del collegio contabile, non rispettò il patto di stabilità. E per quel diniego nel settembre 2014 fu revocato dall’incarico, assieme agli altri due membri (Antonio Castaldo e Giuseppe Luongo) dalla passata amministrazione comunale guidata da Angelo Brancaccio. I tre revisori furono reintegrati dal Tar lo scorso marzo. E tornarono al loro posto, occupato nel frattempo da Pasquale Menditto, Paola Giardino ed Enzo Giardullo. Quest’ultimo è stato nominato pochi giorni fa dal sindaco Giuseppe Mozzillo assessore alle Finanze e a Bilancio proprio ad Orta di Atella. Ora Di Palo è di nuovo alla ribalta per un debito stratosferico con Equitalia. Nella città atellana i conti non tornano (quasi) mai. Neanche per i revisori. Cose dell’altro mondo. Quello ortese.

Mario De Michele

 

 

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