“Abbiamo dotato la Provincia di un motore nuovo: consuma meno, è più competitivo e già rodato per essere funzionale nel sistema amministrativo del futuro”. Questa la fotografia che il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, dà dell’ente amministrativo dopo la ridefinizione dell’assetto organizzativo deliberato in giunta.
“Oggi – ha continuato Cesaro – abbiamo una provincia più snella, dove sono stati applicati appieno concetti quali la razionalizzazione e la semplificazione voluti dalla legge 150 sul pubblico impiego, meglio conosciuta come legge Brunetta. Il tutto ha portato anche ad una riduzione della spesa, ma specialmente abbiamo introdotto nuovi sistemi di valutazione per pesare il lavoro svolto. Finalmente il gruppo dirigente non risulterà più massificato su un unico standard di valutazione, ma sono state introdotte norme che, sulla base di precisi obiettivi, porteranno a riconoscere il lavoro svolto secondo criteri meritocratici”.
“Grazie anche alla concertazione avuta con le rappresentanze sindacali, che hanno condiviso pienamente le nostre scelte – ha sottolineato – diciamo che l’efficienza operativa ed organizzativa della Provincia di Napoli, è oggi più vicina a quella che comunemente si riesce ad immaginare per una struttura privata piuttosto che per una pubblica”. Con tale ridefinizione, che porterà tra l’altro alla riduzione del 5% delle spese, la struttura organizzativa dell’ente Provincia di Napoli passa dalle 77 strutture lavorative del passato alle attuali 50, e, come richiesto anche dal consiglio provinciale, le aree amministrative da 18 passano a 13, si legge in una nota. Sei di queste vengono definite strategiche e godono, ovviamente, di maggiori disponibilità.
“Insieme all’assessore al lavoro Marilù Galdieri – ha aggiunto Cesaro – abbiamo in tal modo tracciato anche una linea di indirizzo ben precisa verso quella che sarà la Provincia del futuro, con l’istituzione della Città metropolitana che tutti ci auguriamo possa finalmente vedere la luce al termine di questa fase di profonda trasformazione che si vuole dare anche alle istituzioni dello Stato”. “Le sei aree strategiche che abbiamo individuato, ovvero Ambiente, Trasporto e Viabilità, Governo del territorio (urbanistica ed edilizia scolastica), Lavoro e settori produttivi, Organizzazione ed innovazione, Servizi economici e finanziari, potranno infatti costituire la spina dorsale della futura Città metropolitana, un’istituzione di cui un’area complessa come quella napoletana ha sempre più bisogno per un sano e concreto sviluppo”, ha concluso.