E’ piu’ spesso uomo (tre su quattro), separato, vive da solo, ha problemi a gestire i soldi ed e’ ”onnivoro”, soddisfa la ”fame” di alea tentando piu’ di un gioco, circa mezzo milione di italiani. Questo l’identikit del giocatore compulsivo, un fenomeno sempre piu’ preoccupante, come ha sottolineato il card. Angelo Bagnasco, che ha lanciato oggi l’allarme sul gioco d’azzardo ”nuova droga da cui bisogna guardarsi”.
Il mercato dei giochi pubblici secondo le prime stime del 2011 ha raccolto qualcosa come 76 miliardi di euro con un incremento del 23,9% rispetto ai 61,5 miliardi giocati lo scorso anno. Degli oltre 76 miliardi giocati quest’anno (stime Agicos), 54,8 sono tornati agli italiani sotto forma di vincite, con una spesa reale di 21,4 miliardi di euro. L’Erario ha incassato circa 9,2 miliardi, vale a dire un 5,7% in piu’ rispetto agli 8,7 miliardi incassati nel 2010. In media ogni italiano, a fine 2011, ha speso oltre 1.000 euro a testa tra scommesse, concorsi e giochi online. Un valore pro capite molto alto che pone l’Italia sul podio dei paesi al mondo dove si gioca di piu’. L’identikit del giocatore compulsivo italiano e’ stata individuata alcuni mesi fa da una ricerca commissionata alla Sapienza da Aams e Lottomatica, che ha rilevato anche l’ereditarieta’ del comportamento: ha iniziato a giocare a 24 anni e in tre casi su 10 ha avuto genitori con lo stesso problema. Un disturbo del controllo degli impulsi che riguarda quasi mezzo milione di italiani: su 44 milioni di adulti (tra i 18 e i 74 anni) l’1,01% ha comportamenti ”problematici”: e’ incapace di resistere all’urgenza di giocare, e’ costantemente assorto in pensieri che riguardano il gioco, scommette somme sempre maggiori per mantenere alta l’eccitazione, e per questo compromette se stesso e la sua famiglia. Si tratta di un dato in leggero calo: una precedente indagine aveva individuato tali comportamenti nel 1,27% degli adulti. E in linea con gli altri Paesi europei dove sono state condotte ricerche equivalenti: i giocatori problematici sono l’1,2% in Germania, l’1,7% in Danimarca, il 2% in Belgio, il 2,5% in Olanda. I piu’ a rischio sono gli estoni: il 6,5% ha problemi col gioco. Lo studio ha indagato anche il comportamento compulsivo rispetto al gioco online, attraverso un sottocampione di mille adulti che hanno effettuate scommesse su internet. Su una popolazione di 1.340.000 giocatori online il 9,7% ha comportamenti problematici. Si tratta dello 0,7% degli utenti di internet (che sono circa 19 milioni di persone). Rispetto ai volumi complessivi di gioco, nel 2011 hanno primeggiato su tutte le province Milano, Roma e Napoli che insieme hanno raccolto giocate per oltre 14 miliardi di euro. Anche a Torino il gioco e’ stato protagonista (raccolta nel 2011 a circa 2,5 miliardi di euro) mentre in coda alla classifica troviamo Enna e Crotone dove la raccolta non ha superato i 100 milioni di euro. Per quanto riguarda la spesa pro capite, ben 44 le province la hanno superiore alla media italiana. Spicca l’incredibile dato di Pavia con una spesa pro capite per il gioco di poco inferiore ai 2.900 euro, oltre il doppio della media italiana. Oltre i 1.800 euro a testa saranno spesi anche dagli abitanti di Como, Teramo e Rimini. Tra le grandi citta’ da segnalare i quasi 1.500 euro spesi a testa dai milanesi. Le dieci province con la spesa pro capite piu’ bassa si trovano tutte al sud.