Brutta sorpresa per gli studenti universitari al via del nuovo anno accademico. Le novità introdotte in materia fiscale portano ad un aumento significativo degli indicatori economici patrimoniali delle famiglie, con conseguenti disagi per gli studenti che rischiano di diventare “esodati” come spiega Giuseppe Fontana, presidente delle associazioni L’aria che tira e Cambia Sun nonché membro del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari: “La nuova norma per il calcolo dell’ISEE, seppur nata con l’obiettivo di combattere l’evasione fiscale, si sta rivelando un’ulteriore batosta per gli universitari soprattutto a causa dell’ Indicatore della Situazione Patrimoniale Equivalente (ISPE), un parametro che assieme all’ISEE definisce le condizioni economiche per l’accesso al concorso per le borse di studio. Come si legge dalla circolare dell’Inps del 18 dicembre scorso “gli immobili sono considerati in base al valore definito ai fini IMU (anziché ICI), al netto del mutuo residuo, quale definito al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di presentazione della DSU ed il valore del patrimonio è quello determinato ai fini IMU anche in caso di esenzione dal pagamento dell’imposta” causando un aumento dell’ISPE ed un calo (con percentuali maggiori rispetto a quanto si aspettasse il Ministero del Lavoro) nelle domande di borsa dovuto al fatto che numerosi studenti non rientrano più nei parametri stabiliti. Tutto ciò, inoltre, produce anche un cambiamento nel valore dell’ISEE con studenti che lamentano un cambio di fascia senza alcun aumento della reale ricchezza. Il problema – continua Fontana – sta nel fatto che le modifiche apportate al calcolo della situazione economica e patrimoniale non sono state accompagnate da una rimodulazione verso l’alto degli indicatori ISPE e ISEE con danni enormi per tutti gli studenti. Quello che chiediamo è un intervento da parte della Regione e delle A.Di.S.U. sui bandi in corso per innalzare indici economici sopracitati fino ai valori massimi stabiliti dal Miur nel D.M. n. 486 del 14 luglio 2015”. “Gli Atenei – sottolinea il dott. Giuseppe Martinelli, presidente del Consiglio degli Studenti della SUN – dovrebbero riformulare in base ai nuovi metodi di stima una diversa composizione delle fasce di reddito ed il Governo, infine, dovrebbe, al più presto, modificare la normativa attuale per evitare ulteriori disagi anche in altri ambiti. Le famiglie italiane non possono vedersi a poco a poco privare anche il diritto allo studio perché solo con la cultura si può garantire un futuro al nostro Paese e alle giovani menti che spesso sono costrette ad emigrare all’Estero”.