L’Autorità nazionale anticorruzione boccia l’appalto di adeguamento e completamento della rete fognaria del Comune di Lusciano e “inguaia” il sindaco Nicola Esposito e la sua amministrazione. L’ufficio di vigilanza dell’organismo guidato da Raffaele Cantone ha condotto un’istruttoria molto articolata sulla base dell’esposto presentato dai consiglieri Antonio Granieri, Claudio Grimaldi, Luciano Petrillo, Carmela Cantone e Salvatore Mottola. Nel mirino dell’Anac sono finite sia le procedure amministrative relative allo stralcio del primo e secondo lotto dell’opera, sia le modalità di affidamento dell’incarico di progettazione. Si tratta di un progetto esecutivo già approvato nel novembre 2012 costato alla collettività 620mila euro. Nell’ambito del Por Campania 2007-2013 (finanziamenti europei) il Comune ha decido di partecipare al bando regionale che scadeva nel gennaio 2014. Ma, come si evince dall’indagine dell’Anac, l’amministrazione ha commesso una serie di gravi irregolarità integrando il precedente contratto con una “appendice contrattuale” affidando di fatto un ulteriore incarico di “adeguamento progettuale” al Raggruppamento temporaneo di progettisti (“Gruppo Onofrio Progettazioni”) che aveva redatto il progetto originario. Una procedura illegittima in quanto la prestazione relativa al primo contratto si era conclusa con il varo del progetto esecutivo. I rilievi mossi dall’Autorità anticorruzione poggiano su basi solide. Secondo l’ufficio di vigilanza infatti appare evidente che non si tratta di un’appendice contrattuale ma di nuovo incarico. La dimostrazione lampante – fanno notare gli ispettori dell’Anac – arriva dall’esorbitante richiesta di pagamento, oltre 154mila euro per il primo lotto, e 151mila euro per la rielaborazione del progetto, avanzata dal progettista. “L’importo richiesto per l’adeguamento progettuale – si legge nell’istruttoria dell’Anac – non appare coerente con la prestazione professionale di semplice adeguamento tariffario e suddivisione in lotti, bensì appare più congruo quale corrispettivo per la verifica della coerenza del progetto allo stato attuale dei luoghi. Confermerebbe pertanto l’affidamento di una prestazione ulteriore, per la quale non è possibile provvedere ad un affidamento diretto”. Insomma, è del tutto evidente che si tratta di un nuovo incarico che, visto l’importo totale dei due lotti, non doveva essere affidato direttamente.
Ma non solo. Gli elaborati progettuali relativi alla rielaborazione e all’adeguamento dell’opera sono anche fortemente carenti dal punto di vista tecnico. Un elemento fa emergere, come denuncia l’Anac, che l’azione dell’amministrazione sia stata volta solo a una “sistemazione formale” della documentazione necessaria per richiesta di finanziamento alla Regione. Mentre nel merito l’iter è viziato da una serie di gravi anomalie. Andando a spulciare nella documentazione sugli incarichi assegnati gli ispettori di Cantone segnalano come le procedute siano tutte non conformi alle normative vigenti. Sotto la lente finiscono l’incarico di coordinatore della sicurezza (76mila euro), quello per la supervisione dell’ufficio direzione lavori, e i due incarichi di supporto responsabile del procedimento (di 14 mila e 22 mila euro). L’Anac “condanna” l’amministrazione per aver invocato la necessità di una procedura d’urgenza (non adottabile) per l’incarico di coordinatore della sicurezza e di aver previsto le figure di supporto al Rup pur non essendocene alcun bisogno. Anche il quadro economico presenta macroscopiche incongruenze. Viene riportato un importo per “la direzione dei lavori pari 300mila euro, ma la stessa è stata affidata internamente”. Risulta un importo di 187mila euro per consulenze e supporto al Rup in “contrasto con quanto effettivamente affidato”. Poco chiaro anche un altro importo di 199mila euro. Le contestazioni dell’Anac riguardano anche la perizia di variante e altri aspetti dell’iter burocratico, come ad esempio la “differente incidenza della manodopera sui lavori relativi alle condotte”. In conclusione gli ispettori di Cantone segnalano gravi carenze nella conduzione dell’appalto. In ordine: le modalità per l’affidamento dell’incarico di adeguamento progettuale; l’assenza di un’adeguata verifica del progetto considerata una mera formalità; il conferimento diretto degli incarichi a professionisti esterni all’amministrazione senza applicazione del ribasso; la redazione di una perizia di variante con modifiche rilevanti in relazione ai materiali utilizzati derivante di fatto dalle carenze nell’adeguamento del progetto, e infine l’incoerenza deli importi relativi al costo della manodopera tra il progetto approvato e la perizia di variante. Insomma per il sindaco Esposito e la sua amministrazione di Lusciano sono c…avoli amari.
Mario De Michele












